Il famoso Circolo Nautico di Nettuno ancora contro il Comune, prosegue la guerra in Tribunale: “Nel porto nessun abuso”
La lunga disputa giudiziaria tra il Circolo Nautico Marina di Nettuno e il Comune di Nettuno sulla gestione del porto turistico approda di nuovo in Tribunale, per la seconda volta in pochi mesi. Con la delibera n. 221 dell’11 novembre 2025, la Giunta comunale di Nettuno ha deciso di resistere in appello davanti al Consiglio di Stato nel procedimento R.G. 7217/2025, promosso dalla società che gestisce il porto turistico. L’amministrazione guidata dal sindaco Nicola Burrini ha autorizzato la propria costituzione in giudizio per difendere le scelte compiute negli anni in materia urbanistica e demaniale. La decisione arriva dopo la sentenza n. 3588/2025 del TAR, che a febbraio aveva respinto le richieste del Circolo Nautico di annullamento del diniego comunale a due istanze edilizie legate al porto turistico.
Una controversia che non si spegne, sul porto di Nettuno
La vicenda, che dura da oltre un decennio, ruota intorno alle opere realizzate all’interno del porto turistico di Nettuno, un’infrastruttura costruita su concessione demaniale prorogata fino al 2061. L’impresa concessionaria contesta da tempo i provvedimenti del comune di Nettuno che hanno negato la sanatoria e la variante edilizia su alcune strutture del porto – tra cui l’edificio polifunzionale, l’area bunkeraggio e i volumi tecnici sulle banchine – sostenendo che non vi siano abusi né difformità sostanziali.
Il Tar, al contrario, ha confermato la posizione del Comune di Nettuno: gli interventi sarebbero stati realizzati in zone non conformi al piano regolatore vigente e, quindi, non sanabili con una semplice variante. Da qui l’appello della società al Consiglio di Stato, con l’obiettivo di ribaltare una sentenza che ha rafforzato le ragioni dell’ente pubblico.
La difesa del comune di Nettuno: “Agiamo per tutelare l’interesse collettivo”
Nella delibera approvata all’unanimità, la Giunta Burrini che guida Nettuno ribadisce la necessità di difendere l’operato degli uffici e le decisioni adottate nel tempo, considerate pienamente legittime. Il Comune sottolinea che il contenzioso non riguarda soltanto un privato, ma l’assetto urbanistico e la gestione di un bene pubblico strategico, quale il porto turistico.
Le radici della disputa: norme, piani e autorizzazioni
Alla base del conflitto c’è un nodo urbanistico: secondo i giudici amministrativi di primo grado, l’ampliamento del porto approvato nel 2005 avrebbe dovuto essere preceduto da un accordo di programma, previsto dal D.P.R. 509/1997 per i progetti difformi dagli strumenti urbanistici. Tale passaggio non avvenne, e ciò ha reso, a giudizio del TAR, non conformi le opere successive, tra cui alcune costruzioni sul molo e interventi a mare.
La società concessionaria sostiene invece che il progetto originario, approvato dalla Regione Lazio nel 1983 e più volte aggiornato, sia perfettamente compatibile con la pianificazione esistente e che le modifiche abbiano riguardato solo la sicurezza della navigazione. Da qui la contestazione al provvedimento comunale che, nel 2022, ha respinto la richiesta di regolarizzazione delle strutture.
Una questione di trasparenza e tutela del territorio
Oltre gli aspetti tecnici, la vicenda tocca un tema di interesse pubblico: la gestione delle aree demaniali marittime e la loro compatibilità con gli strumenti di pianificazione urbana. L’amministrazione comunale ha più volte richiamato la necessità di garantire trasparenza e legalità nella gestione del porto, un’infrastruttura che coinvolge interessi economici significativi, ma che resta di proprietà dello Stato e del Comune.
La delibera dell’11 novembre rimarca questo principio, autorizzando il sindaco al rilascio della procura per ogni iniziativa utile “anche in via stragiudiziale”, purché nell’interesse dell’ente. In sostanza, il Comune non esclude la ricerca di un accordo bonario, ma intende mantenere la linea di fermezza in sede giudiziaria.
In attesa della parola definitiva del Consiglio di Stato
Il nuovo appello della Marina di Nettuno – Circolo Nautico S.p.A. sarà esaminato dal Consiglio di Stato nei prossimi mesi. La decisione dei giudici di Palazzo Spada sarà determinante per chiudere, o riaprire, un contenzioso che da anni accompagna la gestione del porto turistico.
Nel frattempo, l’amministrazione comunale difende la legittimità del proprio operato, rivendicando la priorità della tutela dell’interesse pubblico e del territorio. La società concessionaria, dal canto suo, insiste nel dichiarare che “nel porto non c’è alcun abuso”.
Il confronto, ancora una volta, si sposta dalle banchine del porto alle aule della giustizia amministrativa, dove si deciderà se il caso Nettuno rappresenti una vicenda di burocrazia o di vera legalità urbanistica.