Il generale Roberto Vannacci fa di nuovo infuriare la sinistra del pensiero unico

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Il generale Roberto Vannacci crea un ennesimo travaso di bile alla sinistra. Il generale, che nei giorni scorsi è stato anche oggetto di minacce e assedi da parte dei “compagni” che vanno in giro a disturbare chi non la pensa come loro, non rinuncia alle sue idee. “Se mia figlia mi confessasse di essere gay o fluida la supporterei, ma cercherei di indirizzarla verso l’eterosessualità”. Così confida in una intervista esclusiva su Chi, in edicola, riferendosi alle polemiche suscitate da alcune affermazioni contenute nel suo libro “Il mondo al contrario”, autoprodotto, che venduto finora duecentomila copie. L’omosessualità rappresenta uno dei temi più controversi affrontati nel suo libro: “Io sarei razzista perché ho scritto che i gay non sono normali?“, chiede. “Io stesso ho deciso di essere anormale fin da piccolo; l’anormalità è la mia scelta di vita. La rivendico. Ma vi sembra normale una persona che sceglie di fare un lavoro come il mio?”.

Vannacci: ho scritto il mio libro per soddisfazione personale

Nulla contro gli omosessuali, ovviamente, almeno per chi legge in buona fede: “Assolutamente no. Ho solo detto che non rientrano nella maggioranza della popolazione. Costituiscono una minoranza, proprio come me, per le scelte che ho fatto”. E sull’invito che farebbe a sua figlia, spiega: “Gli omosessuali spesso attraversano travagli interiori pesanti. Sul lavoro, personalmente non ne conosco: credo ce ne siano, ma non ne parlano, non è un argomento che nell’esercito venga affrontato di frequente. Quanto alle donne nell’esercito, nessuna preclusione, a parità di rendimento”. E aggiunge: “Io ho scritto il mio libro per soddisfazione personale; ho messo insieme gli articoli che volevo pubblicare su ambiente, energia e nuove città. Il resto sono riflessioni personali: tanto che mai avrei immaginato questo polverone”.

E’ un’eresia in questo mondo avere opinioni personali?

Ma ora che è stato sostituito al comando, ci si chiede quale sia il suo nuovo obiettivo. Candidarsi alle Europee, forse? “Io resto un soldato – ha sempre detto -. Devo cavalcare l’onda perché non mi travolga. Dimostrare che non sono omofobo, razzista o russofilo. Poi si vedrà”. Nella foto sulla copertina di Chi accanto a Vannacci c’è la moglie, Camelia Mihailescu, rumena di origine, da sempre al suo fianco anche nella difesa del lavoro del marito: “Il libro di mio marito è ben scritto e argomentato. In un mondo pieno di ipocrisia e politicamente corretto, è un’eresia avere opinioni personali da uomo con la schiena dritta e la capacità e il coraggio di assumerle e sostenerle”.