Il lascito di Amedeo di Savoia Aosta, uomo di mare e pretendente al trono d’Italia
Le bombe degli “alleati” su Firenze provocarono il parto prematuro della madre Irene di Grecia che dette così alla luce Amedeo di Savoia Aosta. Era il 27 settembre del 1943 e il duca entrava attraverso questa turbolenta porta in una vita mai noiosa, intensa, dall’inizio alla fine, come lui stesso disse in un’intervista nel 2016: ” Se fossi stato re, non mi sarei divertito così tanto”. Era figlio unico di Irene di Grecia (sorella del re Costantino e della regina Sofia di Spagna) e di Aimone di Savoia, che fu anche re di Croazia. Ma non possiamo qui elencare tutte le sue parentele, che vanno dalla regina Vittoria al re Juan Carlos fino allo zar di tutte le Russie.
Amedeo, patriota senza riserve
Possiamo ricordarne la figura dignitosa, patriottica, talvolta molto polemica, ma la cui cifra caratterizzante era quella di essere, oltre che un gentiluomo, soprattutto un uomo di mare. Dal collegio navale Morosini di Venezia all’accademia navale di Livorno, ai suoi imbarchi, a quella passione per il mare che lo accompagnò tutta la vita. E quei suoi 16 tatuaggi, tipici poco dei nobili ma parecchio della gente di mare, che lui teneva nascosti sotto gli abiti eleganti ma sobri che portava. Fu anche presidente onorario dei tatuatori, come raccontava. Salì agli onori delle cronache per il litigio annoso con Vittorio Emanuele per la successione dinastica, ossia per chi dovesse essere il pretendente al trono d’Italia. Una lite lunga, aspra, che aveva però come premio il nulla.
Nato e morto in Toscana, dove venerdì ci saranno i funerali
E’ vissuto sempre in Toscana, dove è morto e dove venerdì ci saranno i suoi funerali. In quella chiesa meravgliosa che è San Miniato sulle colline fiorentine. Dopo la guerra infatti i genitori si stabilirono a Fiesole, ma il padre Aimone morì dopo pochi anni in Argentina di infarto, e lui stesso confessa di non serbarne alcun ricordo. A Firenze studiò e si laureò in Scienze Politiche. Si sposò una prima volta nel 1964 con la principessa francese Claudia d’Orléans, che era figlia di Enrico, conte di Parigi e pretendente al trono di Francia. Le nozze si svolsero a Sintra, in Portogallo, e testimoni erano Juan Carlos di Spagna e Umberto II di Savoia. Ma nel 1982 i coniugi divorziano a Port-au-Prince, ad Haiti, chissà perché laggiù.
Le due mogli di Amedeo d’Aosta
Ma nel 1987 Amedeo si risposa a Bagheria (Palermo), con Silvia Paternò Ventimiglia di Spedalotto, figlia di Vincenzo Paternò e di Rosanna Bellardo e Ferraris di Celle. Ha sempre vissuto in Toscana, prima alla tenuta del Borro, dove si occupava di viticoltura, poi a Castiglion Fibocchi, nell’Aretino, dopo la vendita della tenuta ai Ferragamo. Ma viaggiava spesso in tutto il mondo, principalmente in Africa, dove era diventato un esperto di botanica. Coltivava le piante anche nel suo dammuso a Pantelleria. Ha avuto tre figli, tutti dal primo matrimonio: Bianca, Mafalda e Aimone. Non amava tanto la repubblica, diceva che non era automaticamente sinonimo di democrazia, e il 2 giugno preferiva ricordarlo come l’anniversario dell’incoronazione della regina Elisabetta (1953). Alla quale partecipò.
Rifiutò sempre con garbo le proposte di candidarsi in politica
Ha sempre rifiutato tutte le proposte da più parti di candidarsi in politica attiva, preferendo rimanere super partes, come è giusto che sia. Non era convinto, come molti italiani, che il referendum del 1946 si sia svolto in maniera regolare, ma ha sempre glissato con grande signorilità su questo e su altre vicende politiche italiane. Il suo acerrimo rivale Vittorio Emanuele ieri si è mostrato molto dispiaciouto della sua morte, affermando che tutta la Casa Reale è stata colpita di questo lutto. Qualcuno ricorderà che i due si presero a pugni alle nozze del figlio di Juan Carlos, come anche Amedeo ricordò scherzosamente in un’intervista. Ma la morte cancella tutto questo. Quello che ci rimane è il ricordo di un uomo perbene, di un grande signore e soprattutto di un affascinante marinaio.
(Foto: Real Casa di Savoia)