Il memorabile discorso di Giorgio Almirante alla Camera in cui inchioda il governo sul caso Giaquinto

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Ripubblichiamo alcuni brani del discorso di Giorgio Almirante, allora segretario del Movimento Sociale Italiano, alla Camera dei deputati sul caso di Alberto Giaquinto

“E passiamo, signor ministro, alla tragedia di Roma. Come ella ha visto, ho rinunziato a svolgere le nostre interpellanze ed ho preferito parlare in sede di replica: coltivavo una speranza. Coltivavo la speranza che ella non ripetesse quello che aveva detto qualche giorno fa al Senato. Questo, insieme a quanto ha ripetuto qui alla Camera, ci muove all’indignazione, non solo alla protesta (…) Come si fa a ripetere la versione che le hanno fatto leggere in Senato? Il questore di Roma, carico solo di acidità e di responsabilità, lo tenete ancora in servizio. Si caccia il capo della polizia perché è scappato Ventura, ma il questore di Roma, che ha tentato di infangare la figura di un giovane assassinato, il questore di Roma che avalla ed incoraggia il colpo alla nuca, il questore di Roma che è complice di un assassinio, deve stare al suo posto.

“Madornale menzogna della questura di Roma”

Il signor ministro viene qui e ripete a pappagallo quello che gli ha detto, mentendo, il questore di Roma, e quando dico mentendo, lo dico con il concorso di tutta la stampa italiana, ivi compreso Paese Sera e tutta la stampa di regime: non c’è giornale che non abbia reagito di fronte alla madornale menzogna della questura di Roma. Prima di passare alla ricostruzione dei fatti, vorrei, signor ministro, porre una domanda. Posso capire che all’inizio, terrorizzato per le conseguenze politiche e personali di quanto era accaduto, il questore di Roma abbia potuto diffondere una voce falsa, ma non posso capire che a distanza di due settimane si insista nella menzogna, si insista nel dire che il ragazzo aveva un’arma, si insista nel dire che il ragazzo avesse minacciato il sottufficiale che gli ha sparato, il che era impossibile stando al risultato delle perizie, ed è ritenuto impossibile da tutta la stampa italiana, da tutti coloro che si sono occupati di ciò.

Disposta la perquisizione in casa Giaquinto quando i familiari non c’erano

Perché, da parte della questura di Roma, si insiste, e, cosa più grave, si insiste anche da parte del Ministero dell’interno? Non perché si voglia coprire qualcuno, bensì perché si vuole ricattare qualcuno. Voi avete paura dell’interrogatorio dell’assassino, avete paura che per coprirsi egli scopra altri. Il questore di Roma ha paura di questo processo che si farà e nel corso del quale verrà fuori la verità. Signor ministro, so di dire una cosa atroce, che non avrei voluto dire, ma voi ci costringete a rivelare anche questo. Le dico poi una cosa ancora più grave. Mentre i familiari erano stati avvertiti ed erano corsi in ospedale, il signor questore di Roma chiedo scusa, il questore di Roma ha disposto una perquisizione in quella casa sapendo che i familiari non c’erano, era presente solo un custode, e la perquisizione è stata effettuata da un maresciallo e da due agenti, con un metodo di cui mi vergogno, io che ho sempre difeso la polizia come istituto.

Il durissimo attacco di Almirante al governo

Mi sono sempre rifiutato di dire «sbirri», ma questa volta lo devo dire: con un metodo sbirresco, imposto dal capo sbirro il questore di Roma hanno rovistato nella casa e mentre rovistavano ho le testimonianze dirette che porteremo avanti codesti poveri sciagurati, che adempivano un triste mestiere, telefonavano di tanto in tanto alla questura e dicevano: la pistola non la troviamo! Dalla questura si rispondeva: dovete trovarla! Cercavano una pistola, che dovevano trovare, perché doveva risultare anche questo; bisognava infangare la famiglia, non soltanto il ragazzo; bisognava dimostrare che era un pericoloso bandito. Vergogna! Ecco, signor ministro, quanto avevo da dirle questa sera con tutto il mio ed il nostro disprezzo nei confronti del Governo e anche nei confronti degli uomini che ai vostri ordini si comportano come hanno osato comportarsi nei confronti dei nostri eroici ragazzi.”