Il Nuovo 7 Colli e le accuse strumentali: perché raccontare i fatti non è usarli

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C’è una differenza sostanziale tra raccontare i fatti e usare i fatti. In questi giorni, attorno a un’inchiesta giudiziaria che riguarda soggetti terzi, qualcuno ha scelto la seconda strada. E nel farlo ha tirato in ballo, in modo strumentale e infondato, anche Il Nuovo 7 Colli. È un passaggio che non possiamo ignorare. Non per difendere un orgoglio ferito, ma per rispetto verso il lavoro giornalistico, verso i lettori e verso la verità dei fatti.

Il nostro lavoro, ogni giorno

La redazione de Il Nuovo 7 Colli fa informazione occupandosi di cronaca, politica, attualità, territorio. Lo fa con un “metodo”, visto che qualcuno ha adottato questo termine, che è quello di verificare, contestualizzare, scrivere. Certamente, come in ogni mestiere, come per tutti, possono esserci errori. Gli articoli che pubblichiamo sono il risultato di un lavoro collettivo, portato avanti da giornalisti e collaboratori che conoscono bene i confini della deontologia professionale e li rispettano.

Da quando sono il direttore di questa testata, oltre alla cronaca quotidiana, abbiamo anche raccontato storie scomode, criticato scelte politiche, acceso riflettori su vicende che meritavano attenzione. Sempre senza trasformare l’informazione in processo mediatico, senza indulgere nel sensazionalismo, senza mai oltrepassare la linea che separa la critica legittima dalla diffamazione.

Critica politica non è diffamazione

Quanto scritto, nel tempo, anche sull’assessore Alessandro Onorato rientra pienamente nella normale dialettica politica. Analisi, valutazioni, giudizi sulle scelte pubbliche: esattamente ciò che un giornale deve fare. Non ci risulta, allo stato, alcuna querela nei nostri confronti. Se dovesse arrivare, la affronteremo nelle sedi opportune, con la serenità di chi sa di aver scritto attenendosi ai fatti.

È bene chiarirlo: Il Nuovo 7 Colli non ha mai attribuito responsabilità penali, non ha mai costruito narrazioni suggestive, non ha mai “anticipato sentenze”. Abbiamo raccontato ciò che era verificabile e rilevante per l’opinione pubblica. Altri giornali hanno dato spazio a vere strumentalizzazioni distruggendo o esaltando personaggi politici, ma, in quei casi, nessun giornalista ha mai gettato fango sulla testata, come sta invece succedendo ora.

Estranei a qualsiasi vicenda giudiziaria

Il punto centrale è semplice: la nostra redazione è totalmente estranea a eventuali fatti giudiziari che dovessero riguardare l’editore o chiunque altro. Non abbiamo ruoli, interessi, relazioni nascoste. Non siamo parte di alcun sistema, né di alcuna trama.

Sarà la magistratura a fare chiarezza, come è giusto che sia in uno Stato di diritto. Il giornalismo serio accompagna questo percorso con attenzione e misura. Non lo forza. Non lo piega. Non lo usa come clava contro chi non c’entra nulla.

Quello che respingiamo con forza è il tentativo di trascinare Il Nuovo 7 Colli in una trappola mediatica, costruita sull’allusione e sull’accostamento arbitrario. È un meccanismo vecchio, che non fa bene all’informazione e non aiuta i lettori a capire.