Il Papa a Piazza di Spagna piange davanti alla statua dell’Immacolata (video)

Papa Immacolata

Si commuove Papa Francesco, mentre in piedi, davanti alla statua dell’Immacolata, in piazza di Spagna a Roma, recita la sua supplica, la sua preghiera per il tradizionale atto di venerazione a Maria. Il Pontefice mentre invoca la pace per l’Ucraina martoriata, si ferma nella recita, non riesce ad andare avanti, piange. E i tanti fedeli in piazza hanno applaudito calorosamente.

Le lacrime di Bergoglio davanti alla statua della Immacolata

“Vergine Immacolata, avrei voluto oggi portarti il ringraziamento del popolo ucraino per la pace che da tempo chiediamo al Signore. Invece – dice il Papa visibilmente commosso e con le lacrime agli occhi – devo ancora presentarti la supplica dei bambini, degli anziani, dei padri e delle madri, dei giovani di quella terra martoriata”. Il Papa, nell’atto di venerazione dell’Immacolata, invoca la pace in Ucraina. Osserva un momento di silenzio, si commuove di fronte alla guerra che non si ferma. “In realtà – dice Bergoglio nella preghiera alla Madonna – noi tutti sappiamo che tu sei con loro e con tutti i sofferenti, così come fosti accanto alla croce del tuo Figlio. Grazie, Madre nostra! Guardando a te, che sei senza peccato, possiamo continuare a credere e sperare che sull’odio vinca l’amore, sulla menzogna vinca la verità, sull’offesa vinca il perdono, sulla guerra vinca la pace. Così sia!”.

La preghiera del Papa per le famiglie

“Ti porto le preoccupazioni delle famiglie, dei padri e delle madri che spesso fanno fatica a far quadrare i bilanci di casa, e affrontano giorno per giorno piccole e grandi sfide per andare avanti. In particolare ti affido le giovani coppie, perché guardando a te e a San Giuseppe vadano incontro alla vita con coraggio confidando nella Provvidenza di Dio”. È un passaggio della preghiera a Maria di Papa Francesco nel corso del tradizionale omaggio ai piedi della statua dell’Immacolata in piazza di Spagna, a Roma.

“Ti porto – ha proseguito – i sogni e le ansie dei giovani, aperti al futuro ma frenati da una cultura ricca di cose e povera di valori, satura di informazioni e carente nell’educare, suadente nell’illudere e spietata nel deludere. Ti raccomando specialmente i ragazzi che più hanno risentito della pandemia, perché piano piano riprendano a scuotere e spiegare le loro ali e ritrovino il gusto di volare in alto”.