Il post di un elettore contro i disertori del voto. “Nei prossimi 5 anni non lamentatevi”

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I disertori del voto hanno vinto, comunque andrà il ballottaggio tra Michetti e Gualtieri. Il dato finale, nel primo giorno dei ballottaggi, a livello nazionale per l’elezione dei sindaci in 63 città è del 33,33%, in netto calo, di oltre il 6%, rispetto al 39,86% del primo turno, secondo l’ultimo dato fornito dal sito del Viminale. Si potrà ancora votare dalle 7 alle 15.
Ma a Roma il panorama è desolante. La Capitale vanta il record di astensionismo: ieri alle 23 nella Capitale aveva votato il 30,87 per cento contro il 36,86 del primo turno e il 33,3% del resto d’Italia.

I dati dell’affluenza premiano i quartieri rossi

In particolare, scrive Repubblica, «i Municipi in cui il numero degli elettori tra il primo e il secondo turno è calata meno sono stati il I, ovvero il centro storico (33,08% contro 37,55 del primo turno), e il XII (32,53 contro 37,70), che comprende i quartieri Gianicolense, Portuense e Castel di Guido. Qui il candidato del Pd Roberto Gualtieri aveva ottenuto un alto numero di voti e gli elettori sono tornati alle urne anche per i ballottaggi».

Astensionismo record nei Municipi dove Michetti ha stravinto

«Non tiene, invece, il dato relativo ai quartieri dove Michetti aveva superato il dem al primo turno. Nel VI Municipio (relativo alle zone periferiche di Tor Bella Monaca, Torre Maura e Torre Spaccata) si è passati dal 31,68 del primo turno al 23,94 per cento di ieri alle 23. In sostanza, tra i Municipi dove Gualtieri aveva ottenuto il maggior numero di voti alla prima tornata e qello dove era più forte Michetti ieri c’è stato uno scarto nell’affluenza di quasi dieci punti».

Illuminante, in tal senso, il post che in queste ore ha scritto su Facebook Eugenio Romey, presidente di Confabitare. Domenica pomeriggio, è andato a votare. Ecco la cronaca del suo voto: un atto d’accusa durissimo contro gli astensionisti.
Eugenio Romey, post

Il post su Facebook contro i disertori del voto

«Torno ora dal Seggio.
Ho percorso i larghi corridoi della scuola tardottocentesca sentendo l’eco dei miei passi.
Davanti alla porta del seggio, nessuno.
Dentro, nessuno. Tanto che, guardando gli scrutatori, m’è venuta facile la battuta “Oggi er pienone, vé ?” seguita dalle risate dei ragazzi, ma anche dalle loro espressioni un po’ sconfortate.
Uscendo dal seggio, identica situazione. Nessuno prima di me, nessuno dopo di me.
Ora, vorrei lasciare qui una riflessione (inutile, come la maggior parte delle cose che scrivo su FB): l’unico caso, l’unico, per il quale la vostra assenza al ballottaggio è giustificata, è quello della vostra (giusta) stanchezza per esser stati diverse ore in piedi, ieri, a San Giovanni, a combattere con le unghie e con i denti l’imminente, attualissimo, pericolosissimo ritorno del Fascismo.
Cosa per la quale, o nostri prodi, avrete l’imperitura riconoscenza degli italiani.
In tal caso, riposate le vostre stanche ed eroiche membra anche fino a domani pomeriggio.
Ma in tutti gli altri casi, ricordatevi, nei prossimi cinque anni, di astenervi da lamenti e commenti.
Perchè quello che vivrete non sarà anche un po’ colpa vostra.
Sarà SOPRATTUTTO colpa vostra».