Il prefetto Giannini: Roma è un obiettivo del terrorismo, tenere altissima la guardia

carabinieri a san pietro
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Il prefetto di Roma, Lamberto Giannini, ha tenuto una lezione agli studenti dell’Università Lumsa sul tema “Guido Rossa, l’uomo che si oppose alle Br cambiando il futuro dell’Italia”. “Roma è sempre stato un obiettivo di grandissima importanza, è il centro della cristianità, c’è moltissima attenzione, moltissima vigilanza, ma anche attività informative preventive. È importante riuscire a prevenire individuando i soggetti pericolosi e riuscire a neutralizzarli. Spesso – ha detto – quando sono stranieri si procede ad allontanarli dal territorio nazionale affidandoli alle autorità dei propri Paesi. Bisogna continuare così, con molta attenzione al web, che è un veicolo di propaganda importante e lancia messaggi tesi a creare del fermento tra personaggi che si trovano sul posto”.

Le comunità islamiche possono aiutare molto

“I cittadini possono aiutare le forze dell’ordine – ha aggiunto — . Serve una grande attenzione, e chi può aiutare sono anche le stesse comunità islamiche segnalando e individuando i soggetti radicalizzati. Noi abbiamo la necessità di anticipare il più possibile per poter prevenire. Vi faccio un esempio: le carceri. Mentre noi ci rammaricavamo per quello che era successo alla rivista Charlie Hebdo, al supermercato kosher e per l’eccidio del Bataclan, nelle nostre carceri si festeggiava e si passava la voce che c’era la rivincita nel nome, abusato, dell’unico Dio e s’inneggiava a questo. Quindi noi monitoravamo questi soggetti, per di verificare quella che era stata la loro azione per fare in modo che all’uscita dal carcere venissero espulsi dal territorio nazionale.

Agire sui radicalizzati

Lo stesso va fatto, senza mollare la guardia, adesso per attenzionare ogni manifestazione particolarmente virulenta, come stiamo vedendo in questi giorni, dove si stanno montando delle campagne di natura antisemita. Ed è importante riuscire ad agire su questi soggetti per andare a evitare poi guai maggiori”. “Nei talkshow tutti parlano di terrorismo perché è un po’ come l’allenatore di calcio che lo sanno fare tutti. Ci sono due cose che mi fanno arrabbiare di più. La prima è quando dicono che in Italia non fanno gli attentati perché comandano le mafie. Che non merita commenti. La seconda – ha continuato Giannini – che siamo riusciti sinora, faccio tutti gli scongiuri del caso, ad evitare attacchi in Italia.

Giannini: ora è molto diverso dagli anni di piombo

Perché noi siamo bravi al contrasto al terrorismo in quanto forgiati nel periodo degli anni di piombo e quindi utilizzando le tecniche di allora, abbiamo affrontato il terrorismo di matrice radical-religioso. Non c’è niente di più falso. Quel modello non è un replicabile. Prima noi assistevamo ad attacchi preparati con grande metodicità, che richiedevano tanto tempo, inchieste, selezioni dei personaggi da colpire e da attaccare, con un’attività molto lunga di studio. Adesso, in maniera estemporanea, qualcuno prende una macchina e si getta tra la folla. È quindi necessario, sì effettuare attività di analisi, ma cercare di operare nell’immediato, nel più breve tempo possibile per anticipare i tempi. Abbiamo cambiato completamente le modalità di agire.

Tenere alta la guardia

Bisognava puntare tutto sulla prevenzione quindi individuare i soggetti pericolosi, radicalizzati ad esempio nelle carceri oppure quelli che sul web dicevano che volevano andare a combattere, quelli che in ambienti radicali parlavano di voler attaccare gli occidentali di voler andare a combattere in teatro. E con questi procedere allontanandoli dal territorio dello Stato. Sono oltre 600 quelli che sono stati allontanati dal 2015 ad oggi”. “Il fenomeno del terrorismo esiste, stiamo vedendo anche in questi giorni in ambito internazionale quanto sia grave la crisi e che tipo di minacce esistono. Ma anche all’interno è necessario tenere sempre alta la guardia.

Il prefetto: c’è sempre chi cova la rivalsa

Le Brigate Rosse sono state completamente disarticolate, altri gruppi sono stati colpiti, ma è necessario tenere sempre alta la guardia. Per quel che riguarda il terrorismo interno, la guerra è finita. Occorre però vigilare perché in tutti gli eserciti sconfitti c’è sempre qualcuno che rimane e che poi passa il tempo a covare idee di rivalsa. Oppure ci sono che non hanno mai avuto il coraggio o la forza di passare all’azione, sono sempre rimasti a pensare che discutono parlano quindi ci possono essere dei fenomeni che in maniera quasi carsica possono venire fuori con delle fiammate. Però in questo momento io non ritengo che ci sia una guerra, ma una situazione da tenere sotto controllo e da vedere con attenzione”.