Il premier albanese: “L’inchiesta di Report è piena di falsità sull’accordo con l’Italia, ecco quali”

rama albania

“Mia nonna, che mi ha insegnato l’italiano, mi diceva spesso che errare è umano, ma perseverare è diabolico. A ricordarmelo adesso è questo ulteriore passo falso di RaiTre. Report, il cui conduttore clamorosamente persevera con le stesse falsità già contenute nella schifosa puntata sull’Albania”. Lo scrive su X il premier albanese Edi Rama, riferendosi all’inchiesta di Report di domenica scorsa sull’accordo sui clandestini tra Italia e Albania. Secondo Rama, l’inchiesta di Report è piena di “menzogne”, aggiungendo che il segretario della Presidenza del Consiglio albanese, Engjell Agaci, ha risposto nei tempi da lui richiesti dalla trasmissione, ma che le sue risposte non sono state pubblicate.

Report non pubblica le risposte dell’Albania

Inoltre, Rama afferma che queste calunnie utilizzate per attaccare il Primo Ministro Giorgia Meloni a spese dell’Albania. Il portale d’informazione albanese shqiptarja.com sottolinea che Rama reagisce anche alle accuse contro il fratello, Olsi Rama. Nella puntata di Report, “non solo non c’era nessuna parola del contraddittorio ottenuto per iscritto dalla vittima della brutale aggressione di fango, ma si è raccontato che il segretario Agaci ha rifiutato di rispondere. Come se non bastasse questa menzogna, il suo giornalista è apparso il giorno dopo in una tv albanese per ribadire il suo stupore per il fatto che le sue domande non avevano mai avuto riscontro, mentre come mostrano i fatti aveva ottenuto tutte le risposte, per iscritto e nel tempo da lui richiesto”.

Le altre bugie della trasmissione

“Poi – prosegue Rama – lui stesso conferma che Report ha mentito quando aggiunge che ‘nella mail di risposta di Agaci, lui ha confermato di essere stato il legale di alcuni narcotrafficanti’. Se questo è Servizio Pubblico io sono Federico Fellini. E se per questo programma del Servizio Pubblico un avvocato penalista di uno Stato di Diritto, che di regola non vive difendendo santi ma difendendo presunti criminali o criminali condannati, deve per questo essere aggredito come fosse egli stesso criminale, allora qui per trovare una logica simile inevitabile ricorrere al ricordo dell’Albania quando la figura dell’avvocato difensore venne seppellita dal regime sanguinario comunista come i lebbrosi nel Medioevo”.

Le “scoperte mozzafiato” di Report

“E il colmo – continua il premier – arriva quando il conduttore dice, come se avesse fatto una scoperta mozzafiato, che Agaci ‘ha confermato di aver contribuito, da quando è diventato consulente giuridico di Rama, alla realizzazione del protocollo’ sui migranti tra Italia e Albania, peccando anche un po’ di grossolana logica, poiché il Segretario generale del Consiglio dei ministri non è il mio consulente giuridico, ma ricopre la più importante carica istituzionale del Amministrazione Pubblica sin dal 2013 mentre il protocollo è del 2023”.

Puntata “sbagliatissima” di Report

“Per rispetto del Servizio Pubblico – dice ancora Rama – e anche per un obbligo verso la dignità degli autori di questa sbagliatissima puntata di Report, provo a credere che comunque tutto questo accanimento per attaccare Giorgia Meloni a spese dell’Albania non è stato un peccato in malafede verso il mio Paese e che anche l’importazione delle calunnie dall’Albania verso l’Italia (coinvolgendo negli affari del Servizio Pubblico addirittura le calunnie su mio fratello contro le quali lui aveva già sporto querela) avvenuta solo come una leggerezza dell’essere che sempre più spesso  travolge sciaguratamente il potere nobile dell’informazione e trasforma il mondo del diritto di libertà d’informazione in un mondo di oppressione delle libertà e dei diritti umani”.

Rama chiede a Report di pubblicare il suo contributo

“Assicurando il conduttore che mia nonna anche da morta continua ad avere ragione – conclude Rama – gli consiglio affettuosamente di dare retta alla santa donna e di non perseverare nell’erroraccio di quella orribile puntata, ma semplicemente di chiudere questa pagina ingloriosa, possibilmente pubblicando anche questo mio piccolo contributo alla salute del Servizio Pubblico italiano”.