Il quotidiano “Leggo” pubblica i suoi errori del 2022. E se lo facessero anche tutti gli altri?

Anche quest’anno la coraggiosa iniziativa editoriale del quotidiano “Leggo”. “Cercare ogni giorno di fare meglio. Imparando dai nostri errori. Non ci stancheremo mai di provarci. Così anche alla fine del 2022, per il quarto anno consecutivo, abbiamo deciso di dedicare una pagina alle nostre imprecisioni degli ultimi dodici mesi. Affermazioni sbagliate, fake news, valutazioni errate. Alcune sono finite su internet, altre sono andate in stampa. Insomma quello che non dovrebbe capitare a chi fa il nostro lavoro ma che, ahinoi, è capitato”. Con queste parole, il direttore del quotidiano free press “Leggo” spiega la decisione di pubblicare un articolo di un’intera pagina con l’elenco delle notizie rivelatesi errate o scorrette durante il corso dell’anno, dalla donazione all’Ucraina di Leonardo DiCaprio a Fedez baby sitter.
“Leggo” mette in fila tutti i suoi errori in buona fede
“Siamo convinti che sia inutile far finta di niente e sia controproducente nasconderlo – scrive Desario nel suo editoriale -. E allora abbiamo messo in fila i nostri sbagli, uno dopo l’altro. E, come avevamo promesso gli anni passati, siamo riusciti a farne di meno (soprattutto sul nostro sito internet), a farne di meno gravi. Tutti assolutamente in buona fede. Non è una cosa da poco, credetemi. Ancor di più in un periodo complesso e di grandi cambiamenti come questo”.

Il direttore di “Leggo”: chiedere scusa è doveroso
Sottolinea il direttore di “Leggo”: “Chiedere scusa, scriverlo nero su bianco in prima pagina, crediamo sia doveroso. E’ il nostro modo per dimostrare affidabilità. Perché noi ce la mettiamo tutta ma, se sbagliamo, state sicuri che ve lo diciamo. I lettori sono molto più acuti di quanto si voglia far credere. E in tanti, infatti, hanno apprezzato la nostra iniziativa. E questo ci ha dato la conferma che siamo sulla buona strada. Avanti. Insieme. Senza paura di chiedere scusa”. E se lo facessero tutti i quotidiani? Da Repubblica alla Stampa? Ah no, qui si parla solo di errori in buona fede…