Il razzismo di Paolo Berizzi dovrebbe essere processato

Paolo Berizzi

Ti prenda un colpo, Paolo Berizzi. In pratica è come il karma che invoca contro la città di Verona. Un tempo Giulietta e Romeo ne erano la rappresentazione. Ora c’è un giornalista di Repubblica a portarla alla ribalta: un signore che non ha altro da fare che maledire chi non la pensa come lui.

Costui è un tipetto dalla querela facile. Con me lo ha fatto per una fotografia. Denuncia. Strepita. Con licenza di insulto e indifferenza dell’ordine dei giornalisti.

Il razzismo di Paolo Berizzi

Ieri si è detto vicino ai veronesi per il nubifragio. Ed è una gran bella cosa. Com’è umano lei, signor Paolo Berizzi, avercene di brava gente così. Poi, però, lo schianto, la pietrata nello specchio in cui si rimirava: “I loro concittadini neofascisti e razzisti che da anni fomentano odio contro i più deboli e augurano disgrazie a stranieri, negri, gay, ebrei e terroni, riflettano sul significato del karma”.

Ovviamente, Paolo Berizzi ha scatenato la lotta karmigiana. L’ha persa malamente, al punto che ha dovuto fare dietrofront e cancellare il malaugurato tweet. Sui social bisogna saperci stare, direbbe qualcuno.

A Repubblica si fa sempre così?

Noi ci chiediamo se è normale che un giornalista di uno dei quotidiani più importanti d’Italia possa andarsene tranquillamente sulla rete a predicare una morale un po’ più curiosa. Sentenzia che a Verona ci sono quelli che considera dei poco di buono e quindi devono morire sotto l’acqua che tormenta una città intera.

Gente così dovrebbe fare abbastanza spavento a tutti. Lui, non quelli che prende di petto lui. Un po’ perché menagramo, un po’ perché abbastanza selettivo: razzista, potremmo dire usando la sua unità di misura nei confronti della specie umana.

Poi, quel che è ancora più orripilante è il coro che si scatena a sinistra – un po’ rauco per la verità – a difesa dell’indifendibile Berizzi. Fanno gnegne’ perché la rete ha risposto al columnist combattente come meritava. Perché ci sono limiti che neppure lui può valicare.

Inutile stare a raccontare gli apostrofi che è andato a cercarsi con un tweet insultante non solo per Verona e quella parte cattivissima che la abita. Berizzi ha preso a schiaffi mezza Italia. Ci auguriamo però che stavolta una bella querela se la becchi lui: magari proprio dal sindaco di Verona. Che della solidarietà pelosa di chi aspetta una tragedia per giustificare il suo odio non dovrebbe sapere che farsene.