Il reddito di cittadinanza non c’è più, ma le truffe sì: sperperati 34 miliardi degli italiani

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Il reddito di cittadinanza non c’è più, il governo mantenendo le promesse lo ha tolto di mezzo, ma le truffe dei furbetti continuano a spuntare fuori. Oggi a Cosenza, ieri a Pordenone, l’altro ieri a Vicenza: 4, anche 5 milioni di euro erogati a non aventi diritto, molti dei quali stranieri, milioni che non torneranno mai più nelle casse dello Stato. Possiamo dire loro addio. E perché? Perché, per come è stata concepita la legge, bastava un’autocertificazione per dichiarare di essere in possesso dei titoli richiesti per poter accedere al reddito. La norma è stata cancellata, ma ancora per molto tempo le truffe continuereanno a emergere e i soldi saranno persi per sempre. Tutto questo si sarebbe potuto evitare solo mettendo controlli preventivi e non ex post, quando ormai è tardi.

34 miliardi sborsati per il reddito di cittadinanza

“Gli italiani hanno sborsato 34 miliardi di euro per finanziare il reddito di cittadinanza targato M5S che avrebbe dovuto abolire la povertà ed eliminare la disoccupazione. Ma entrambi gli obiettivi sono stati mancati clamorosamente. I dati che arrivano dall’Inps sbattono in faccia a Conte &Co la verità: abbiamo speso l’equivalente di una manovra finanziaria per attivare solo 1.500 contratti di lavoro. Ogni nuovo posto è costato circa 22 milioni di euro. In sintesi: non solo, come già sapevamo, il reddito di cittadinanza ha prestato il fianco ad abusi e truffe ma anche le politiche attive del lavoro che lo avrebbero dovuto incentivare sono state un fallimento”. Così il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti.

Il reddito strumento del consenso elettorale: non aboliva la povertà né trovava lavoro

“I fondi stanziati sono serviti solo a coltivare consenso elettorale sottraendo risorse a chi davvero ne aveva bisogno. Il leader dei 5 Stelle Conte, al posto di agitare il nuovo specchietto per le allodole del salario minimo, farebbe bene a chiedere scusa agli italiani, visto che ogni famiglia per sostenere quel reddito ha pagato circa 540 euro al mese. Risparmi e sacrifici che sarebbe stato più utile e proficuo destinare altrove”, conclude Foti.

Casi a Pordenone e Vicenza solo nelle ultime ore

Qualche esempio? Nelle ultime ore la Guardia di Finanza di Cosenza eseguiva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del locale Tribunale, nei confronti di una persona indagata per truffa ai danni dello Stato. Oltre 900 persone, inoltre, risultano anch’esse indagate a vario titolo anche per reati di indebita percezione del reddito di cittadinanza, indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento, abusiva attività finanziaria e riciclaggio. Le investigazioni hanno permesso alle Fiamme Gialle di identificare un Centro di Assistenza Fiscale nel comune di Cosenza, il quale acquisiva documenti di identità di persone residenti all’estero, al fine di avviare numerose pratiche relative al Rdc.

Gli indagati privi dei requisiti: ma non si poteva controllar eprima?

Gli indagati ovviamente erano privi dei requisiti per l’ottenimento dei benefici, e ricevevano il denaro, anche con l’utilizzo di servizi di money transfer, girando al Caf parte della somma come corrispettivo per i servizi. Gli investigatori hanno riscontrato come il Centro di Assistenza Fiscale riportasse più soggetti o nuclei familiari presso il medesimo indirizzo. In altri casi, si procedeva all’indicazione di false utenze telefoniche, anche intestate a persone diverse dai richiedenti o a soggetti del tutto inesistenti nonché l’indicazione di modelli Isee fittizi o viziati. La dimensione della frode ricomprende oltre 900 soggetti di origine comunitaria ed extracomunitaria, per un volume di importi indebitamente percepiti pari ad oltre 3.000.000 di euro dal 2019 al 2022.

Molti beneficiari erano stranieri, spesso senza neanche permesso di soggiorno

La guardia di finanza di Pordenone ha denunciato all’autorità giudiziaria 73 stranieri perché, secondo quanto gli viene contestato, per percepire il reddito di cittadinanza, hanno falsamente dichiarato di possedere un permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo. L’ammontare dei contributi pubblici erogati ai 73 non aventi titolo, è pari a 433mila euro. E altrettanti scoperti a Vicenza, con le stesse modalità, e altre centinaia di truffe nei mesi scorsi in tutta Italia.