Il reddito di cittadinanza? Scritto coi piedi, ecco perché: ripensarlo da capo

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Continuano a divampare le polemiche sul reddito di cittadinanza. Senza entrare nel merito, una sola cosa è chiara: in caso di truff, lo Stato non rientrerà mai più in possesso di quanto defraudato.

Salvini: il reddito di cittadinanza non ha funzionato

“Sono circa un milione e centomila a percepire il reddito di cittadinanza”. Per me “come assistenza a chi non può lavorare va bene, ma costa nove miliardi, il doppio di quanto costa lo sconto benzina, e siccome il reddito di cittadinanza non ha funzionato, sarebbe meglio darlo alle imprese”. Lo dice Matteo Salvini, intervistato al festival del Lavoro a Bologna. “Quei soldi – chiede – diamoli alle aziende che assumono”.

Si sta rivelando un disincentivo al lavoro

“Dopo quattro anni possiamo dire che il reddito di cittadinanza ha funzionato come assistenza ma non come reinserimento al lavoro. Lasciarlo a chi non può lavorare, e sono tanti, è assolutamente doveroso. Ma dare i soldi, che oggi vengono sprecati e diventano lavoro nero, alle imprese mi sembra assolutamente ragionevole”. “Il reddito – conclude il leader della Lega – va ripensato da cima a fondo, si sta rivelando strumento di disincentivo al lavoro, di promozione di lavoro nero”.

Meloni: non possiamo dire a un ventenne “stai seduto davanti alla tv”

“Uno Stato giusto si occupa di immaginare strumenti assistenziali per chi non può lavorare e costruisce le condizioni per cui chi può lavorare lo possa fare. Si interviene quindi sulla crescita economica. Se invece li metti sullo stesso piano finisci per colpire il più debole. Oggi c’è il paradosso in Italia che un giovane di 20 anni in piena salute può prendere il reddito di cittadinanza da 780 euro. Mentre un disabile prende una pensione di invalidità da 270 euro. E un pensionato sociale percepisce un assegno poco sopra i 500 euro e non mi sembra una cosa giusta.

E non mi sembra educativo che lo Stato dica a quel giovane di 20 anni in ottima salute ‘Non mi servi, stattene a casa, state davanti la tv e non ho bisogno di te'”. Lo ha detto la leader di Fdi, Giorgia Meloni, in un video messaggio inviato al Festival del lavoro a Bologna.

Assegno universale per disabili, anziani, minori e chi non può lavorare

“Ovviamente non essere d’accordo con il reddito di cittadinanza – ha continuato – non vuol dire non volere immaginare strumenti di protezione per chi non può lavorare. Noi su questo abbiamo depositato la proposta per l’assegno universale che riguarda disabili, anziani, minori e cioè le persone che fisicamente non sono nelle condizioni di lavorare. Per gli altri vanno invece usate le risorse oggi indirizzate sul redito di cittadinanza sulle assunzioni”, ha continuato.

Guardiamo come funziona negli altri Paesi

Meloni ha ricordato che “nei Paesi in cui ci sono strumenti che si avvicinano al reddito di cittadinanza i centri per l’impiego funzionano. E il lavoro si trova mediamente in qualche settimana. E poi le somme incassate dalle persone sono significativamente minore rispetto alla media salariale. Il reddito di cittadinanza non aveva queste due caratteristiche e il risultato è che nessuno ha trovato lavoro tranne i navigator che adesso dobbiamo capire come stabilizzare”, ha sottolineato.

Il reddito di cittadinanza è una norma scritta con i piedi

Il reddito di cittadinanza “ha favorito il lavoro nero, ha sfavorito il lavoro stagionale, è una norma scritta con i piedi e le truffe si stanno sprecando. Oggi non è solo questione di singoli, ma ci sono intere organizzazioni criminali che stanno operando sul reddito. Credo che sia una follia. Tutti dicono che il reddito di cittadinanza non funziona ma poi votano ogni anno per mettere soldi per finanziarlo. E quindi si continuano a mettere miliardi di euro su una cosa che comprime il lavoro, non educa e crea discriminazioni sociali”, conclude la Meloni.

I Giovani Imprenditori: l’rdc andrebbe almeno riformato

“Sul reddito di cittadinanza, siamo convinti che in tema di contrasto alla povertà il dispositivo attuale andrebbe modificato e riformato. Riconosciamo che il Reddito di cittadinanza, nelle fasi più critiche della pandemia, abbia svolto una funzione di argine, ma crediamo che adesso debba diventare uno strumento a sostegno di chi non può lavorare e non un riparo per chi non vuole lavorare”. Lo chiarisce il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Riccardo Di Stefano, che indica le proposte da mettere in campo.