Il regalo di Natale di Papa Francesco: tamponi Covid ai clochard romani

casba San Pietro

In occasione del Natale un regalo di Papa Francesco alla città di Roma. Sono stati infatti donati 4000 tamponi per la diagnosi del Covid-19, ricevuti dal Pontefice come omaggio della Slovenia, che grazie all’impegno dell’Elemosineria Apostolica, in collaborazione con l’Istituto di Medicina Solidale e l’Ifo San Gallicano, verranno utilizzati per far accedere alla diagnosi i senza fissa dimora della Capitale, grazie anche a un accordo con Roma Capitale.

Il dono di Natale del papa ai senza tetto

Da Medicina Solidale un sentito ringraziamento a Papa Francesco e all’elemosiniere Konrad Krajewski per tutto quello che è stato possibile fare grazie a loro a tutela dei soggetti più vulnerabili, inclusa la diagnostica per il Covid, che ha reso possibile l’accoglienza in strutture dedicate per le persone che erano in strada.

Si conferma la tendenza di Bergoglio di spingere per la salute del corpo, quasi più della salute dell’anima. Infatti, il Papa, sotto Natale, ha fatto arrivare ai circa quattromila dipendenti della Santa Sede confezioni di paracetamolo, in pratica un antinfluenzale per curare le forme virali da raffreddamento. Una singolare variante rispetto al tradizionale panettone.

Papa Francesco: “Vaccini Covid anche ai poveri”

Papa Francesco ha affrontato il tema del Covid anche durante il tradizionale messaggio natalizio ai fedeli di tutto il mondo. Bergoglio si è rivolto ancora una volta ai capi di governo per rinnovare il suo appello per un vaccino globale: “Il Figlio di Dio ispiri a coloro che hanno responsabilità politiche e di governo una rinnovata cooperazione internazionale, a cominciare dall’ambito sanitario, affinché a tutti sia garantito l’accesso ai vaccini e alle cure. Di fronte a una sfida che non conosce confini, non si possono erigere barriere. Siamo tutti sulla stessa barca. Ogni persona è un mio fratello. In ciascuno vedo riflesso il volto di Dio e in quanti soffrono scorgo il Signore che chiede il mio aiuto. Lo vedo nel malato, nel povero, nel disoccupato, nell’emarginato, nel migrante e nel rifugiato”.