Il regista Oliver Stone: “Solo il nucleare sicuro può salvare il pianeta”

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“Le rinnovabili non sono una risposta al problema delle fonti di energia, ci sono Paesi, come la Germania, che pensano di aver risolto la questione dicendo no al nucleare, ma non avranno mai la capacità di tenere testa, in altri modi, al fabbisogno nazionale di energia”. Lo sottolinea il regista Oliver Stone in un’intervista a “La Stampa”, in occasione della sua partecipazione al Torino Film Festival con il documentario “Nuclear Now” (in onda il 6 dicembre su La7), in cui sostiene che l’energia nucleare sia “di fatto centinaia di volte più sicura dei carburanti fossili” e che il nucleare pulito sia l’unica scelta possibile per il futuro del pianeta.

Il nucleare centinaia di volte più sicuro dei fossili

Per realizzare il documentario, il regista è andato anche in Russia, prima dello scoppio della guerra in Ucraina, incontrando esperti e spiegando che lì si è molto avanti nella costruzione di reattori nucleari. “In Russia – dice Stone – rispetto al problema, c’è una visione più collettiva e più attenta alle esigenze della comunità. Comunque questo non è un argomento di destra o di sinistra, né di Oriente oppure Occidente, in gioco c’è la sopravvivenza di ognuno. La cosa più importante era convincere me stesso. Per anni mi sono interrogato sul problema del cambiamento climatico e penso che quello che sta accadendo sia evidente, andiamo verso una situazione sempre peggiore, bisogna trovare soluzioni”, aggiunge.

Tenere conto che gente non qualificata affronta l’argomento

“Il libro alla base del film, A Bright Future, è molto semplice, il punto è stato trovare il modo per tradurlo in immagini e per trasmettere i suoi significati al pubblico. È stato difficile, ho pensato che avrei dovuto essere totalmente onesto, senza esagerare nella drammatizzazione, tenendo conto che gente non qualificata ad affrontare l’argomento, soprattutto i politici dei Paesi occidentali, hanno sostenuto finora l’idea che il nucleare fosse pauroso e pericoloso e questo perché lo hanno sempre associato all’idea della bomba atomica, che in realtà è tutta un’altra cosa. Anche io, in passato, ho creduto a quelli che avallavano questa teoria, persone onestamente preoccupate per quello che sta succedendo”, sottolinea il regista.

Quanto alla Cop28 in corso a Dubai, conclude: “Ho l’impressione che, in questo tipo di meeting, tutti lavorino per il proprio interesse, in base a considerazioni politiche. È il problema della democrazia, ci sono sempre altri interessi che la superano”.

(Foto: pagina fb pubblica di Oliver Stone)