Il ristorante come un ministero. Chiuderanno e vi meneranno (video)

Lo Zio Frankie era tutto contento di riaprire il suo ristorante. Una pizzeria a Roma nord. La pagina Facebook inondata di annunci, poi la scoperta. La trasformazione in una specie di ministero pieno di scartoffie. Un burocrate in pratica.
Idem per Rugantino, a Nettuno. “Ma devo chiedere i documenti ai miei clienti adesso?”. Già, deve conservare nomi e cognomi per quindici giorni. Di ognuno.

Ristorante ministero…
Ragazzi, la situazione sta precipitando nella farsa. Avete fatto un salto al ristorante preferito? Metà posti rispetto a prima. Il gel. La mascherina. I guanti. Ci sta tutto per carità. Ma che adesso i ristoratori debbano trasformarsi in dipendenti dello Stato a caccia di potenziali malati di coronavirus o in compila-documenti in quantità industriale è qualcosa che davvero nessuno poteva prevedere.
Lo Stato.
La frusta, non lo Stato.
Perché quello che stanno imponendo ai ristoratori è indecente. E meno male che al tempo del social ciascuno fa il proprio video e riesce a denunciare le schifezze a cui è assoggettato.
Il video che trovate qui sotto merita di essere diffuso a manetta, come si dice. E questo articolo lo illustra, ma non con la forza delle immagini che parlano da sole. Ma come si fa a trattare la gente in questa maniera…
Racconta Zio Frankie dei chili di carta che è costretto a fotocopiare, riempire, firmare. Per sé, per i dipendenti, per i clienti. Poverocristo, lo avete fatto chiudere per mesi, c’era il lockdown.
Poi gli avete detto che c’erano i 600 euro e chissà che cosa ci doveva fare. Poi la cassa integrazione campa cavallo. I soliti prestiti fasulli in banca. E adesso – questa promessa sì che l’avete mantenuta – la carta, la burocrazia, tra una pizza Napoli e una Margherita.
Task force cerca guai
Avete messo in campo centinaia di personaggi nelle vostre task force per rovinare la vita di chi vuole molto semplicemente tornare a lavorare. Regole assurde, ma li avete presi per vostri dipendenti? Non sapete che semmai sono le loro tasse a mantenere voi, signori del governo?
Non è pensabile costringere ogni categoria – in questo caso i ristoratori – a trasformarsi in consulenti e chissà che altro ancora. Lasciateli lavorare in santa pace e piuttosto preoccupatevi di dar loro una mano vera. Perché se queste imprese si fermano sarà perché non ne possono più di una commedia senza fine, e sarà l’Italia a rimetterci.
Ma chi pensa solo al proprio potere non se ne capacita e guarda al prossimo come a un mulo da far schiattare. Però pensateci bene. Perché se questa gente decide di chiudere bottega, non è che se ne sta ferma ma viene a cercarvi dove state perché siete la causa dei loro guai.
Con queste carte sanno da soli che cosa farci… il ristorante non è un ministero.