Il ruolo dell’informazione: dare al lettore i termini appropriati e la giusta notizia, senza sensazionalismi

Il ruolo dell'informazione

Auto che investono i pedoni, bombe d’acqua che allagano le città, ondate di gelo in stile ‘the day after tomorrow’, ancora una volta il 2025 è stato l’anno della non-corretta informazione. Dare il giusto peso a ciò che si vede, raccontare i fatti per quello che sono e utilizzare i termini appropriati per definire fenomeni e contesti, dovrebbe essere il ruolo della sana informazione.

Il ruolo dell’informazione nell’ambito degli incidenti stradali

“Auto investe pedone”, “auto impazzita perde il controllo”, “il pedone attraversava al buio”, “auto si ribalta”, “brutto scontro” “Terribile o tremendo incidente” ecc. Quante di queste frasi abbiamo sentito nel 2025? Tante, troppe. Le auto sono ormai diventate esseri animati, quasi per deresponsabilizzarne chi è alla guida. I titoli poi, sono un concentrato di sensazionalismo e romanzi, oltre ai testi. D’altronde fa più effetto scrivere “auto investe un pedone”, fa più scena. Fa più clickbait. Ma non è ciò che accade. Alla guida di un’auto c’è sempre l’uomo, l’automobilista. Questa parola, sentita molto poco in ambito giornalistico, negli ultimi anni, grazie al cambio di rotta di alcuni colleghi, si sta accostando sempre di più ai titoli delle testate, al posto delle auto. Veniamo poi al pedone, all’utenza debole della strada. Il pedone è quasi sempre poco considerato. La centralità in molte notizie viene mantenuta, con un focus quasi sempre attivo, sull’auto o su chi la guida. Per non parlare poi dei commenti scritti sui post che raccontano di questi tragici eventi. “Eh ma doveva guardare mentre attraversava”, “se si vestissero con colori sgargianti si vedrebbero di sera” o anche “attraversano dove vogliono”. Ciò non vuol essere una completa de-responsabilizzazione in quanto anche il pedone, come gli altri utenti della strada, ha degli obblighi da rispettare. Il problema vero però, è che il pedone viene sempre per ultimo. L’informazione in questo campo quindi, sta agendo nel verso giusto? Nel 2026 ci sarà maggior attenzione e centralità all’utenza debole? Sulle strade italiane ormai gli incidenti, gravi e mortali sono all’ordine del giorno, soprattutto quelli che coinvolgolo l’utenza debole, quella da tutelare. Forse in pochi se ne sono accorti ma gli automobilisti, sono anch’essi pedoni quando non prendono la propria auto. C’è bisogno quindi di invertire la rotta sia a livello di leggi e sanzioni ma anche partendo anche da una sana informazione.

Il ruolo dell’informazione nell’ambito meteorologico e scientifico

Qui raggiungiamo l’apice del clickbait. L’apice della mancata preparazione di chi dovrebbe dare il giusto peso alle cose ma allo stesso tempo utilizzare i termini corretti. Ogni ondata di gelo è ormai diventata un evento quasi apocalittico, ogni temporale una bomba d’acqua, ogni terremoto di lieve entità una forte scossa. Se ne sentono di tutti i tipi. Anche in questo caso, regna sovrana non solo l’ignoranza, nel senso di chi ignora le cose, ma anche la voglia di disinformare al fine di ottenere più click con notizie sensazionalistiche. La bomba d’acqua non esiste, l’orso russo siberiano con il gelo nemmeno. Esistono i nubifragi, calcolati sui mm/h (millimetri orari). Se si superano infatti i 30 mm/h, una precipitazione può essere classificata come tale. Esistono le masse d’aria, di diversa origine. L’aria continentale, l’aria artica, quella polare marittima, la polare continentale e così via. È raro trovare, ai tempi odierni, chi usa la giusta terminologia in ambito scientifico. Le buche diventano voragini o crateri lunari. Un terremoto di magnitudo 2.5 diventa un forte sisma. Un terremoto avvenuto in provincia di Ariccia, a Cecchina, diventa un terremoto ad Ariccia. Perché si sa al giorno d’oggi è impegnativo anche aprire un focus sismico redatto con cura dagli enti preposti. La scienza ha bisogno di rispetto. Gli scienziati e gli studiosi anche. La popolazione invece ha bisogno della giusta informazione.

L’era dell’intelligenza artificiale

Infine arriviamo all’ultimo punto di questo articolo. Ultimo non per importanza. Il ruolo dell’intelligenza artificiale nell’informazione. Troppo spesso ormai l’IA ha preso il posto dei giornalisti. Meglio sbrigarsi, far uscire una notizia, farsi quindi, a volte aiutare dall’intelligenza, artificiale. Il lettore ormai è assorbito. In molti casi non si accorge della differenza. Anzi, i testi perfetti, con estreme lungaggini non derivate dell’umano, sono quelli più apprezzati. Un testo senza sensazionalismi, discorsivo, spesso approfondito, con qualche errore di battitura, viene ormai poco letto. L’intelligenza, quella umana, deve riprendersi il proprio spazio, la propria centralità. L’informazione, il giornalismo, merita rispetto. Merita passione e dedizione.