Il settore auto respinge le accuse dei falsi ambientalisti: a noi chiesti sacrifici immensi

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Nel dibattito sui combustibili fossili che lacera la Cop28 il mondo dell’auto non ci sta a sedere al tavolo degli accusati: “Il nostro è un settore facilmente identificabile, ma noi siamo le vittime non certo i colpevoli”. Lo sottolinea all’Adnkronos Giuseppe Bitti, ad di Kia Italia, a margine di un evento Unrae a Roma sul futuro della mobilità: “Il nostro settore ha fatto tantissimo in questi anni per ridurre il suo impatto, non c’è n’è un altro cui siano stati richiesti investimenti così forti”. Quando nel 1995 a Berlino si tenne la prima Cop – gli fa eco Michele Crisci, presidente Unrae e Volvo Cars Italia – nell’Ue circolavano vetture che rispondevano alle normative Euro2: “rispetto ad allora le vetture Euro6 di oggi hanno abbattuto del 90% le emissioni climalteranti e inquinanti”.

Il settore auto europeo deve essere esempio per gli altri

Per Crisci, basta questo dato per indicare i progressi e la sensibilità del settore automotive “da sempre particolarmente attento al suo impatto ambientale e gestito in modo da andare verso la decarbonizzazione”. Per questo alla Cop28 – spiega – “non ci stiamo a fare le vittime ma non vogliamo neppure passare per una lobby”. “Alcuni Paesi hanno bisogno di più protezione sociale – riconosce – noi in Europa l’abbiamo raggiunta, anche aumentando i costi, ma oggi sta a noi indicare la strada. Certo, ci sono ulteriori passi che vanno fatti, considerando gli equilibri globali: dobbiamo dare agli altri il tempo di imitarci ma – ricorda il presidente Unrae – qualcuno deve cominciare” e le case automobilistiche europee hanno già iniziato a farlo.

Ricerca e investimenti fortissimi per l’elettrico

“Le case automobilistiche – spiega Marco Toro, presidente e ad di Nissan Italia – non chiedono affatto di fare marcia indietro: Luca de Meo , nella veste di numero uno di Acea, ha ricordato come al momento sia più difficile tornare indietro che andare avanti sull’elettrificazione, sulla quale abbiamo già messo anni di ricerca e sviluppo e miliardi di euro di investimenti”. “Dobbiamo fare come costruttori e istituzioni uno sforzo comune per guidare una transizione accompagnata con incentivi: oggi ci sono fondi non stanziati, è evidente che servano modifiche. Ad esempio, ricorda Toro, mercati come la Spagna non hanno un limite di 35 mila euro per incentivare i modelli elettrici: come Nissan noi ci mettiamo 3500 euro che si sommano agli incentivi pubblici”.

I sacrifici richiesti al settore auto sono pesantissimi

Bitti ricorda invece come la differenza di legislazioni e di approccio dei mercati renda difficile alle case lavorare su un’unica strategia: “Come Kia c’è un forte impulso all’elettrificazione ma anche una visione da produttore globale. Il nostro piano, essendo un marchio che vende in 150 mercati, è quello di avere nel 2030 circa un 50% di produzione di auto termiche e per il restante 50% di elettrificate. Ci si chiede di ridurre non solo le emissioni ma il nostro processo industriale, che ha una fortissima attenzione all’impatto dell’automobile: abbiamo obiettivi di decarbonizzazione che sono concreti e doverosi. Ma i costi sono pesanti: come industry paghiamo il nostro prezzo e non sono certo che ad altri settori si richieda di fare altrettanto” osserva Bitti.

Tra qualche anno le auto elettriche costeranno quanto le altre

Per Toro il fattore costi è cruciale per i consumatori: “Oggi le auto elettriche sono care e non hanno abbastanza punti di ricarica. Noi lavoriamo per far sì che nel 2030 una vettura elettrica costi al consumatore esattamente come una a combustione. E questo si raggiunge solo sviluppando tecnologie come le batterie allo stato solido che costano fino al 70% il meno rispetto alle attuali: lanceremo un impianto pilota nel 2024 e fra qualche anno i costi di acquisto di una vettura elettrica e una auto a combustione si equivarranno”. “A quel punto l’elettrico potrà contare su costi assai inferiori fra manutenzione e carburante” ovvero le ricariche e la scelta sarà assai più facile, probabilmente chiudendo la fase dei carburanti fossili e aprendo una nuova stagione nella mobilità.