Il sottosegretario Sasso contro la proposta di FdI: “Eliminare le bocciature a scuola? Non è una scelta di destra»
«Attenzione: se sulla scuola, con la facilità di certe semplificazioni giornalistiche, lanciamo il messaggio ‘eliminiamo le bocciature’, dal punto di vista pedagogico arriva un segnale devastante». Lo dice in un’intervista a Libero, Rossano Sasso, sottosegretario all’Istruzione in quota Lega. Il tema è la proposta contenuta nel programma di Fratelli d’Italia, presentato nel corso della conferenza dello scorso week end a Milano. Niente bocciature, teorizzano dal partito di Giorgia Meloni, ma arrivare all’ultimo anno della scuola secondaria superiore con una certificazione dettagliata sul grado di conoscenze raggiunte dallo studente, sul modello dei “livelli” vigente nel sistema educativo inglese.
L’intervista a “Libero” dell’esponente in quota Lega
«Più che da sottosegretario lo esprimo da addetto ai lavori – dice Sasso – in quanto insegnante nella scuola statale italiana da più di 20 anni. Nulla contro il modello anglosassone, ma allora dovremo prima riformare l’intero ordinamento scolastico su quel modello e poi parlare del resto. Bisogna stare molto attenti ai messaggi che si lanciano. Ricordo, per esempio, che già all’inizio della pandemia l’allora ministro Azzolina disse più o meno che tutti sarebbero stati promossi. Poi corresse il tiro, ma oramai il danno era stato fatto, ed era stata trasmessa l’impressione che gli insegnanti non avessero più alcuna autorevolezza e va da sé che molti studenti, ovviamente non tutti, si sentirono autorizzati a non profondere il massimo impegno».
Il parere del sottesegretario Sasso sulla proposta di FdI
Il sottosegretario Sasso ricorda che «già oggi bocciare uno studente è difficilissimo. Sono abbastanza avanti con gli anni per ricordare che la deriva progressista della scuola parte da lontano. E da destra, con tutta la sincerità e l’umiltà possibili dico ‘sì all’uguaglianza nelle condizioni di partenza, ma non in quelle di arrivo’. Chi più merita, deve arrivare lontano. Dunque volerei molto più basso e, a proposito di modelli, più che a quello anglosassone guarderei a quello italiano di qualche anno fa». In particolare, «l’eliminazione della bocciatura non fa bene agli studenti, alle famiglie e agli insegnanti e peraltro non mi pare un retaggio molto “di destra”».
Peraltro, la bocciatura non è un dramma. Tanti grandi della storia l’hanno subita e ne hanno fatto tesoro. A che serve promuovere tutti se poi per fare un esame all’università magari impieghi mesi e in qualche caso addirittura anni? Lancio una provocazione: per la scuola sarebbe meglio avere una “involuzione”». Spieghiamo. «Se evoluzione vuol dire deriva progressista, con l’ideologia del successo formativo a tutti i costi, i genitori che sono sempre di più fan dei loro figli, i ricorsi al tar in caso di bocciatura, allora meglio “involversi” e tornare ad una scuola un po’ più rigida». L’esponente leghista ricorda a Libero «purtroppo, molti segnali del disfacimento dell’istituzione famiglia. Se anche la scuola abdica al suo ruolo di autorevolezza, che fine facciamo? Se aspiri a governare il Paese, devi stare attento alle semplificazioni. Uscite come quella di Fratelli d’Italia possono generare malintesi».