Il termovalorizzatore? Darà un duro colpo alla criminalità organizzata. Parola di prefetto

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Termovalorizzatore di Roma, parla il prefetto della città. “Non spetta a me entrare in un giudizio di merito sulle scelte del sindaco. Ciò su cui non può esserci alcun dubbio è che oggi il sistema romano si fonda sul deficit impiantistico. E questo ha determinato il continuo ricorso al trasferimento dei rifiuti anche fuori dalla regione. Con costi molto alti e che gravano sulle casse dell’amministrazione e sulle tasche dei cittadini. L’attuale situazione produce una filiera lunga dei rifiuti. E il sistema dei trasporti è tradizionalmente vulnerabile da parte degli interessi criminali”. Lo afferma, in un’intervista al quotidiano romano Messaggero, il prefetto di Roma Matteo Piantedosi sulla decisione di dotare Roma di un termovalorizzatore.

“Mi preme sottolineare, alla luce delle analisi degli esperti, che più la filiera è lunga e più il sistema è poroso dal punto di vista criminale – osserva -. Uno dei capisaldi della legislazione italiana, nel quadro europeo, dice che il ciclo dei rifiuti si deve esaurire all’interno del territorio di produzione. Noi invece siamo in un paradosso. Roma porta i suoi rifiuti in altre parti d’Italia, pagando moltissimo per portarceli, e in più deve sentirsi dire: non vogliamo la spazzatura della Capitale. Bisogna salvare la dignità della Capitale. E fondare la chiusura del ciclo dei rifiuti su una nuova impiantistica che metta al riparo dai pericoli, sia quelli ambientali sia quelli di tipo mafioso”.

Sul rischio che, come avvenne per Acerra, possa servire l’intervento dei soldati a Santa Palomba per proteggere la costruzione dell’impianto, il prefetto fa alcune osservazioni. “Il governo ha già attribuito al sindaco poteri straordinari, in qualità di commissario, su nuovi impianti per la gestione dei rifiuti. Qualunque sia la sua scelta, faremo il massimo sforzo per sostenerlo”. Infine sulle risorse in arrivo per il Pnrr e il Giubileo Piantedosi afferma: “Siamo già attrezzati per intercettare il più possibile gli interessi criminali sui nuovi afflussi di denaro.

Grande attenzione va posta anche sul fenomeno della crisi economica e finanziaria derivata dalla pandemia per gli esercizi commerciali. Su questo comparto potrebbero innestarsi gli appetiti illeciti. Tesi all’acquisizione di attività – alberghi e ristoranti – messi in vendita perché andati in difficoltà in questi anni di Covid. Il nostro impegno è massimo su questo. Stiamo incrociando i dati con la Camera di commercio per fare luce sulle varie situazioni, sulle proprietà, sui cambi di proprietà, sui prestanome. C’è l’impegno per evitare che ci sia un’emergenza. Stiamo lavorando per proteggere il ventre molle, creando barriere forti. Esattamente come per i rifiuti”.