Il Trono di Spade della mafia albanese era ad Acilia: in manette 9 persone

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La mafia albanese è sempre più egemone nella Capitale. Lo conferma l’ultima operazione dela Squadra Mobile di Roma. Con l’ausilio del Reparto Prevenzione Crimine, dell’U.P.G.S.P. e della Squadra Mobile di Viterbo, ha eseguito una Ordinanza di custodia in carcere nei confronti di 9 persone. Sono accusate di associazione per delinquere (composta da elementi di nazionalità albanese e italiana) finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e cessione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana.
L’ attività di indagine della Squadra Mobile, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, ha fatto emergere gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati circa l’appartenenza ad un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, composta da elementi di nazionalità italiana e albanese, operante prevalentemente nella zona di Acilia, avente come scopo quello di commettere una serie indeterminata di delitti di traffico, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana, ovvero di acquistare reiteratamente quantitativi di droga, trasportarli a bordo di auto intestate a terze persone, occultarli all’interno delle abitazioni e di box nella disponibilità di alcuni indagati e rifornire altri spacciatori.

I boss regnano ad Acilia

Gli elementi d’indagine raccolti hanno evidenziato gli stretti rapporti intercorrenti tra il fornitore dell’associazione attiva a Torpignattara e un soggetto albanese conosciuto nel panorama criminale romano per i legami con elementi apicali della mafia albanese attiva in diverse ramificazioni a Roma – in particolare in zona Acilia – consentendo di individuare una ulteriore compagine criminale di matrice albanese, dedita al traffico e allo spaccio di stupefacenti.
Le risultanze investigative hanno fatto emergere il ruolo di spicco nell’organizzazione criminale, destinataria dell’odierno provvedimento restrittivo, di un albanese, allo stato irreperibile e attivamente ricercato anche all’estero, il quale si avvaleva della collaborazione non solo di connazionali – deputati al confezionamento, stoccaggio e spaccio dello stupefacente, alle consegne e alla tenuta della contabilità – ma anche di cittadini italiani, spesso acquirenti con compiti di “retta” o fornitori.

Il traffico di droga a Roma passa per la mafia albanese

I sodali, sempre alla luce di quanto emerso in sede d’indagine, avrebbero utilizzato alcuni bar in zona Acilia per veri e propri summit, per condividere le strategie operative del gruppo; diverse, inoltre, le basi logistiche deputate allo stoccaggio dello stupefacente, tra le quali un ampio locale seminterrato, individuato in zona Torrevecchia, adibito dal gruppo a “magazzino centrale”. Nel corso dell’indagine sono stati sequestrati complessivamente 5 kg di cocaina, 43 kg di marjuana e 82 Kg di hashish.