Il Viminale: ottimi i risultati del taser: basta aggressioni alle forze dell’ordine

“Siamo stanchi della propaganda a scapito delle forze dell’ordine. Abbiamo atteso per anni di essere dotati di taser per poter operare in sicurezza sia per noi che per i soggetti fermati, ma nel frattempo abbiamo fatto la conta dei nostri colleghi feriti per strada. Nel 2021, sono stati aggrediti secondo i dati raccolti da Asaps, 2.655 operatori delle forze dell’ordine, più di 7 al giorno, uno ogni 3 ore e mezza. Questi report Antigone e il suo presidente non li citano”. A dichiararlo è Fabio Conestà, segretario generale del Movimento Sindacale Autonomo di Polizia (Mosap), in risposta alle dichiarazioni del presidente di Antigone Patrizio Gonnella che ha definito il taser uno strumento pericoloso e inefficace. L’unica cosa inefficace che c’è è che i Italia è arrivato venti anni dopo le nazioni civili…
Il Mosap Polizia: basta con attacchi pretestuosi alle forze dell’ordine
“Ad oggi – spiega Conestà – diversi sono stati gli interventi risolti grazie al taser in completa sicurezza e senza conseguenze sia per l’operatore che per il soggetto fermato. Parliamo di interventi per bloccare gente armata che avrebbe potuto ferire gravemente i colleghi o sé stessa, conclusisi invece con l’arresto senza feriti. Questa è l’efficacia di cui avevamo bisogno. Al contrario, quei reparti che ancora non hanno lo strumento in dotazione, registrano episodi di ferimenti e violenza inaudita che, quando subita dai poliziotti, non viene mai condannata. Antigone farebbe bene a pensare anche alla sicurezza di chi ogni giorno in strada, tutela quella di tutti”.

Il Viminale conferma l’estrema utilità del taser
Lo conferma anche il Viminale. Sono 4.482 i taser distribuiti in 113 città italiane dove, da metà marzo a fine aprile, l’arma a impulsi elettrici è stata utilizzata “50 volte con risultati straordinari. Perché nella metà dei casi è bastato mostrarlo”. Il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, al convegno di Fsp Polizia a Padova sul tema “La tutela delle forze di Polizia. Aspetti tecnici e legislativi”, ha ricordato questi dati con soddisfazione. Rimarcando inoltre l’impegno profuso per quanto attiene alle tutele “operative” per le forze dell’ordine. Giacché era il lontano 2014, ha riepilogato, quando venne “introdotto l’emendamento per prevedere la sperimentazione del taser”.
Perso troppo tempo per l’introduzione del taser
“Si è fatta tanta confusione – ha aggiunto Molteni – si è perso tempo, l’introduzione effettiva è avvenuta solo il 14 marzo di quest’anno. Ma ora sono 113 le città in cui è adoperato il taser, e i risultati sono clamorosi, e va detto soprattutto ai detrattori di questo strumento. Al 30 di aprile sono stati 50 i casi di utilizzo, e la metà delle volte è stato sufficiente mostrarlo. L’effetto di deterrenza emerge in modo chiaro, e va sottolineato che si tratta di uno strumento di difesa, non è di violenza ma di sicurezza”. Ma per il sottosegretario “4482 strumenti a disposizione sono comunque pochi. E stiamo lavorando per poter acquistare altre armi a impulsi elettrici, affinché anche le specialità della Polizia possano averle”.
Molteni: le forze dell’ordine vanno protette dalle violenze
Molteni ha precisato che per lui ci sono tre grandi temi di tutela degli operatori della sicurezza. Tutela legale, tutela operativa (che passa soprattutto per taser e telecamera), e tutela normativa. “Il discorso della tutela normativa va ripreso – ha sottolineato – e serve una visione politica che vada nella direzione di proteggere dalle violenze. Perché 2.665 aggressioni all’anno, 7 al giorno, 1 ogni 3 ore alle forze di polizia sono inaccettabili. Io non credo che questo governo abbia una visione comune per affrontare anche il tema delle tutele normative. Ma mi auguro che un prossimo governo, che sia di centrodestra o di centrosinistra, prenda in considerazione questi temi”.
Il taser è solo l’inizio: occorre investire sulla sicurezza
Altre questioni di assoluta urgenza, per Molteni, sono quelle della tutela legale, “su cui abbiamo fatto un grande sforzo – ha detto –. Mettendo 10 milioni di euro a disposizione, ma io credo che la valutazione di congruità delle spese da rimborsare debba essere superata”. “Oggi abbiamo 99.000 poliziotti – ha detto -. Prima della Madia erano 210.000, abbiamo l’età media più alta d’Europa, e operatori che soffrono stati di disagio e malessere. Da qui al 2030 ci saranno più di 40.000 poliziotti che andranno in pensione. Ciò vuol dire che avremo la metà degli operatori in servizio. Intervenire sugli organici è indispensabile e urgente con un vero piano Marshall. O questo Paese capisce che sulla sicurezza si deve investire, perché la domanda di sicurezza non fa che montare – ha concluso -, o avrà grandi difficoltà”.