Impariamo dalla storia. Pandemie ai tempi di Roma antica (video)
La storia spesso è maestra di vita, e se conosciuta e studiata può impedirci di ricommettere gli stessi errori. Per esempio quelli che quasi duemila anni fa causarono la decadenza dell’Impero Romano. Fino alla sua totale rovina. Non parliamo di guerre, o delle invasioni sempre più frequenti dei popoli del Nord. Che premevano ai confini settentrionali dell’Impero. Ma ci riferiamo alle pandemie.Un’ipotesi suggestiva ed originale, specie di questi tempi. Sviluppata nel libro di Kyle Harper, il destino di Roma. Clima, epidemie e la fine di un Impero. Che è già un best seller mondiale, e che è stato scritto molto prima che scoppiasse la pandemia da Covid 19. Eppure sembra uscito dalla penna di uno scrittore che descrive esattamente cosa sta succedendo in queste settimane in tutto il mondo. All’epoca, la globalizzazione era rappresentata dall’Impero romano. Con la lingua latina dominante (come oggi è l’inglese), le vie di comunicazione veloci e ben tenute, che permettevano a tantissima gente di muoversi. E di incontrarsi con facilità. Ma anche di diffondere velocemente il contagio, in caso di pandemia. Roma nell’epoca d’oro era una città con oltre un milione di abitanti, e in caso di contagio poteva essere difficile mettere la gente in sicurezza. Insomma, uno scenario talmente attuale da lasciare a bocca aperta.
Pandemie e cambiamenti climatici. Così si è sgretolato l’Impero Romano
E’ sicuramente una ricostruzione suggestiva quella proposta da Kyle Harper nel suo ultimo libro, il destino di Roma. Clima, epidemie e la fine di un Impero. Perché l’autore individua tra le cause che avrebbero indebolito l’Impero Romano proprio tre grandi pandemie. Che si sono abbattute su Roma e le terre colonizzate a partire dal terzo secolo dopo Cristo. E la prima di queste, sarebbe arrivata dall’Asia, dalle lontane terre dell’Est. Dire che troviamo impressionanti analogie con quanto sta succedendo oggi è perfino superfluo. Ma anche il clima era cambiato, e la siccità crescente aveva reso molte terre aride e non più coltivabili. Creando una convergenza forzata delle popolazioni nelle grandi città, dove germi e virus potevano certamente proliferare più velocemente. Si narra che quando Gregorio Magno nel 590 dopo Crosto venne eletto Papa, Roma fosse ancora sconvolta dalla peste. E che per la città girasse un Angelo che indicava con la spada le porte da colpire. Le famiglie da cui il diavolo passava per attaccare la pestilenza. Il Papa allora avrebbe pregato per interrompere la carneficina, e l’Angelo rinfoderò la spada. I Romani lo conoscono bene, perché ora campeggia sulla sommità di Castel S. Angelo.
La lezione di Harper. Anche Roma antica aveva osato troppo e non rispettava più le regole della Natura
Kyle Harper fornisce nel suo libro sulla caduta dell’Impero Romano una ricostruzione particolare e unica. Sicuramente interessante, comunque la si pensi. Roma era diventata il centro della globalizzazione mondiale dell’epoca antica. Traffici sempre più intensi e uno sfruttamento delle risorse e dei territori che non si era mai visto prima nella storia dell’umanità. E la vendetta della natura si fece sentire, proprio come sta succedendo ai nostri giorni. Mentre la gente applaudiva gli spettacoli dei gladiatori dentro ai teatri, ignara del destino terribile che si stava preparando. Il rapporto di Roma con la natura per Harper può essere attualissimo anche oggi. Moneta unica, villaggio globale e sfruttamento senza limiti della risorse sono una miscela che diventa esplosiva se si passa il limite. E proprio da Roma e dall’Italia potrebbe partire un nuovo riscatto, non militare ma culturale. Ritrovando quell’equilibrio che abbiamo perduto. Una visione quella di Harper che si può condividere o meno, ma un libro che è certamente interessante da leggere. E che ci fa meditare in questi lunghi giorni di quarantena.