Impedite al Pd di restituirci Zingaretti per intero

Zingaretti pd Gori

Si è aperto un dibattito preoccupante nel Pd, che Zingaretti sembra aver preso seriamente. I suoi fedelissimi sono partiti a palle incatenate contro il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, che vuole defenestrare il segretario del partito.

Fin qui sarebbero fatti loro. Il problema è che ce lo restituirebbero per intero e non più a mezzo servizio alla regione Lazio, con tutto il nervosismo conseguente.

Per favore il Pd si tenga Zingaretti

Paradossalmente i più preoccupati sono proprio i suoi uomini di trincea. Non tanto perché perderebbero un amico – per quanto la parola possa essere presente nel vocabolario di Zingaretti e del Pd – al vertice del partito al governo senza il disturbo di dover prendere voti. Ma soprattutto perché in regione sanno anche loro che è meglio discutere con Leodori o D’Amato senza dover fare i conti con Nicola, lo specialista in bugie.

Quindi c’è da giurare che faranno le barricate nel partito per lasciarlo alla segreteria e se anche la regione Lazio va a ramengo che importanza ha. Zingaretti al vertice della politica nazionale garantisce anche quell’immunità non esattamente di gregge. Per capire leggere alla voce mascherine. Oppure cercare la parola Palamara su Google.

Alla regione poi non lo vogliono i suoi

Tutto sommato, gli scanzonati governanti del Lazio stanno bene così ed è il motivo per cui mandano avanti intanto il segretario regionale del Pd Astorre a randellare Gori. In fondo proprio Astorre è quello che ci guadagna di più dalla latitanza di Zingaretti dalla regione: sta sempre lì a tentare di conquistare fette di potere. Deve solo evitare che i disegni di Bonafede contro la prescrizione non si abbattano pure su di lui. Ma probabilmente ha fatto fare i conti bene dall’avvocato.

Il vero rischio che corre Zingaretti nel Pd è che l’alzata di scudi di Gori cominci a far prendere coraggio a chi finora se ne è stato buono. L’assenza di carisma sommata all’identita’ di partito inesistente potrebbero fare male. Dall’altra parte Zinga ha comunque il vantaggio di un competitore abbastanza scarso e poco appetibile per la base del Pd con Gori. Definito su Twitter in maniera non esaltante: “Da ex manager berlusconiano a politico renziano nel Pd di Renzi, a renziano in sonno (ora risvegliato) nel Pd di Zingaretti”. Insomma…. Cosa diversa – si dice – sarebbe se si convincesse Bonaccini.

Prepariamoci comunque a un’estate di sbadigli (ormai i congressi interessano solo a chi li fa e nemmeno a tutti) stando bene accorti a non far buttare giù il segretario in carica. Non sia mai riaverlo in circolazione nel Lazio. Si rimetterebbe l’abito da antico romano convinto di governare un millennio.

Tenetevelo, per favore.