Impressionisti, o l’alba della modernità: da domani a Roma una mostra al Museo della Fanteria

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Il critico d’arte Vittorio Sgarbi apre la conferenza stampa di presentazione della mostra: “Impressionisti – L’alba della modernità” che da domani apre al pubblico al Museo della Fanteria a Roma (Piazza Santa Croce in Gerusalemme). L’esposizione, che celebra i 150 anni dalla nascita del movimento artistico dell’Impressionismo rappresenta, per i visitatori, l’opportunità di capire che è capitato qualcosa e poter riflette sul momento particolare della percezione del mondo. “L’Impressionismo è la vita, la rinascita, è la capacità di rappresentare stati d’animo, un valore interiore. Lo stato d’animo di chi guarda il mondo senza la responsabilità dell’artista di far vedere qualcosa che sembri il mondo” – ha concluso Sgarbi -.

Oltre 180 le opere esposte

Sono oltre 180 le opere presenti di 66 artisti, tra cui spiccano Degas, Manet, Renoir e l’italiano De Nittis, tutte provenienti da collezioni private italiane e francesi. L’esposizione, prodotta da Navigare srl e organizzata con il supporto di Gilles Chazal, Vincenzo Sanfo e Maithé Vallès-Bled, presenta un’ampia galleria di dipinti, disegni, acquerelli, sculture, ceramiche e incisioni di artisti che contribuirono, sperimentando stili e tecniche differenti, all’originalità dell’Impressionismo e che parteciparono alle otto mostre parigine organizzate sino al 1886. In particolare, l’esposizione nella Capitale evidenzia un aspetto poco conosciuto della ricerca impressionista, dedicato al disegno, all’incisione e alle tecniche di stampa, influenzati dalla recente invenzione della fotografia.

Il percorso si articola in tre sezioni

Il percorso si articola in tre sezioni: Da Ingres a L’École de Barbizon, i fermenti dell’Impressionismo; L’Impressionismo e L’eredità dell’Impressionismo, abbracciando così un arco temporale che va da inizio ‘800, con opere di Ingres, Corot, Delacroix e Dorè, arrivando agli eredi Toulouse-Lautrec, Permeke, Derain, Dufy e Vlaminck per concludersi al 1968, con un’acquaforte di Pablo Picasso, omaggio agli artisti Degas e Desboutin. Accanto alle opere poco conosciute dei grandi protagonisti, come Pissarro, Degas, Cézanne, Sisley, Monet, Morisot, Renoir, che parteciparono alla prima esposizione del 1874, si presentano allo sguardo del visitatore anche quelle di artisti comprimari, come Bracquemond, Forain, Desboutin, Lepic, Millet, Firmin-Girard e Lecomte.

A completamento della mostra celebrativa dell’Impressionismo, oltre le numerose opere, anche materiali documentali, come lettere, fotografie, libri e oggetti che offrono uno spaccato della società e della sensibilità dell’Ottocento in cui si formarono i rivoluzionari artisti impressionisti.