In fuga da Albano alla Magliana, estintori e calci contro gli agenti. Il giudice li libera: “La notte continuerebbero a delinquere”

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Un inseguimento da film, estintori lanciati contro le volanti della polizia, tentativi di furto e poliziotti presi a calci. Non era un set, ma la realtà, con un’auto in fuga da Albano a Roma. Ma i due giovani fermati, entrambi di etnia rom, sono già liberi.

La notte folle tra Albano e la Magliana

Tutto è cominciato ad Albano Laziale, ai Castelli, poco prima dell’una, nella notte di martedì 9 settembre. L’allarme di una stazione di servizio sulla Nettunense segnala un tentativo di scasso alla cassaforte. Le telecamere immortalano tre uomini armati di martelli e cacciaviti mentre provano a forzare la cassa. Fallito il colpo, si dileguano a bordo di una Giulietta bianca.

Nemmeno un’ora dopo, stessa auto, stessi individui: stavolta l’obiettivo è un bar di Roma, alla Magliana, dove cercano di sfondare la saracinesca. La polizia, però, è già sulle loro tracce.

La fuga a 100 all’ora

Intorno alle 2:30 una volante intercetta la Giulietta tra via del Trullo e via Portuense. Parte l’inseguimento. L’auto dei fuggitivi sfreccia a oltre 100 all’ora, brucia i semafori rossi e quasi travolge una pattuglia impegnata in un altro intervento. Per rallentare le volanti, uno degli occupanti aziona un estintore, creando una nube bianca in mezzo alla strada, poi ne lancia altri due contro gli agenti.

Dopo quattro chilometri a folle velocità, la fuga si chiude in via del Fosso della Magliana. La Giulietta perde il controllo e va a schiantarsi. Ma almeno uno riesce a scappare, mentre due vengono catturati dopo un’ulteriore corsa a piedi, tra cancelli scavalcati e calci sferrati contro gli agenti.

L’auto, risultata rubata, era un arsenale: martelli, cacciaviti, spadini, un divaricatore elettrico, persino un lampeggiante simile a quello delle forze dell’ordine e una chiave Obd capace di neutralizzare i sistemi antifurto delle auto.

L’arresto (e la scarcerazione lampo)

I due fermati, di 21 e 24 anni, sono stati accusati di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Dopo la convalida dell’arresto, però, il giudice li ha rimessi in libertà: «Inutile obbligarli a presentarsi in commissariato di giorno, visto che delinquono di notte», sarebbe il succo della decisione. Il processo si terrà a marzo 2026.

«Reputo che il giudice, Magistrato serio e con grande esperienza, abbia preso la decisione corretta. Ha valutato gli atti e visto che i due giovani, incensurati, erano accusati di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Quindi è giusto convalidare l’arresto e non applicare nessuna misura in attesa del processo. Cose del genere succedono tutti i giorni. Poi, qualora venissero ritenuti responsabili, saranno condannati anche per i furti. La loro responsabilità maggiore è essere scappati all’alt della polizia”, spiega ai nostri microfoni l’avvocato Cristiano Pazienti, che difende uno dei due ragazzi.