Inammissibile l’emendamento sfregio di Gualtieri. La Casa delle donne se la paghi la sinistra
Marcia indietro sulla Casa delle donne. L’emendamento marchetta di Gualtieri per finanziare un’associazione che sta nel suo collegio di Roma – dove è candidato – con la bellezza di novecentomila euro, è stato dichiarato inammissibile alla Camera. Protesteranno le solite “sinistre”, ma è un bene che non si mischino elezioni e quattrini. Se la paghi la sinistra.
In proposito aveva dichiarato Cinzia Pellegrino, coordinatrice del dipartimento nazionale a tutela delle vittime di Fratelli d’Italia: “Vergognosa la marchetta del Governo alla Casa Internazionale delle Donne, incredibile che si finanzi con soldi pubblici la insana gestione di privati che non pagano l’affitto per uno spazio che deve tornare nelle disponibilità dei romani. Nel corso del tempo mai è stata fatta una verifica sulle attività svolte, né sappiamo quante ragazze siano state effettivamente aiutate, quando invece la struttura èstata sfruttata ad uso commerciale e soprattutto politico.
Donne strumentalizzate
Non solo, si è strumentalizzata la sofferenza delle donne che hanno subito violenza e abuso per addestrarle a “virtù” femministe, ossia ad aumentare la distanza tra la donna stessa e la figura maschile, costruendo il pregiudizio sui rapporti tra coniugi. Ricordiamo che la vera guarigione per una persona abusata passa attraverso due fasi: la riconciliazione con se stessa, con la sua identità e con la sua femminilità e successivamente la riconciliazione con l’uomo e ciò che esso rappresenta di sano nelle relazioni e nella coppia.
Tutte questioni che il femminismo cancella raccontandoci di una donna innanzitutto vittima perché oppressa dal patriarcato e dal neoliberismo, mentre invece la violenza domestica nasce da un gioco di potere e possesso all’interno della coppia che ha una base psicologica e non di costume.
Una marchetta elettorale, dice la Pellegrino
Tra l’altro, anche le donne purtroppo uccidono o sfregiano con l’acido i propri compagni.
D’altronde, “il sostegno alle donne che subiscono violenza deve rispettare i criteri individuati dal sapere acquisito dai movimenti delle donne”, come cita lo stesso “Piano nazionale” dei movimenti “Non Una di Meno” ai quali le educatrici della Casa aderiscono e sostengono.
Già solo questo sarebbe sufficiente a chiuderla definitivamente e a buttarne la chiave.
Senza infine dimenticare che un salvataggio economico che arriva solo ora, a due anni dalla lettera di sfratto, ha proprio il sapore di un “gettone” regalato in cambio del sostegno alla candidatura di Gualtieri alle militanti di sinistra di via della Lungara.
Ma stavolta gli è andata male.