Incendi nel Lazio, 696 ettari bruciati in 28 roghi: il rapporto Legambiente “L’Italia in Fumo” lancia l’allarme

Il 2025 si sta rivelando un anno drammatico per gli incendi boschivi in Italia. Secondo l’ultimo report di Legambiente, intitolato “L’Italia in fumo”, il numero di incendi è in aumento, con un preoccupante bilancio di 653 roghi che hanno distrutto ben 30.988 ettari di territorio, pari a 43.400 campi da calcio, nei primi sette mesi dell’anno. Tra le regioni maggiormente colpite, il Lazio emerge con 696 ettari bruciati in 28 incendi, dal primo gennaio al 18 luglio, posizionandosi al settimo posto nella classifica nazionale.
Incendi boschi e aree agricole: il Lazio al settimo posto
Il Lazio, purtroppo, non è immune alla crescente minaccia degli incendi. Seppur meno colpito rispetto al Sud Italia, il Lazio registra un significativo numero di ettari andati in fumo, con una media di circa 25 ettari per incendio. Sebbene la regione non si collochi ai primi posti della classifica, il dato evidenzia una crescente vulnerabilità anche nelle aree boschive e agricole del Centro Italia.

Nell’ambito di una panoramica che vede il Sud Italia sotto scacco delle fiamme, con la Sicilia al primo posto con 16.938 ettari distrutti, il Lazio rappresenta un campanello d’allarme per il Centro-Nord. La crescente frequenza degli incendi in queste aree implica la necessità di una risposta rapida ed efficace per la protezione del territorio e delle risorse naturali. La Regione è infatti al centro delle preoccupazioni in merito alla carenza di una gestione territoriale più efficace e alla lentezza nell’attuazione dei Piani AIB (Antincendi Boschivi).
La minaccia alle aree protette
Il report di Legambiente non si limita a monitorare gli incendi che colpiscono le aree boschive, ma sottolinea anche il rischio che questi eventi rappresentano per le aree naturali protette. Su un totale di 30.988 ettari bruciati, ben 6.260,99 ettari appartengono a zone Natura 2000, la rete europea di aree protette. La provincia di Roma e altre aree verdi del Lazio sono vulnerabili a incendi che minacciano non solo il paesaggio ma anche la biodiversità, mettendo a rischio specie animali e vegetali uniche.
Nel Lazio, i dati sulle aree Natura 2000 evidenziano il rischio che le fiamme possano danneggiare habitat di importanza strategica per la protezione della fauna e della flora locali. La Puglia e la Sicilia sono le regioni più colpite in questo senso, ma la situazione nel Lazio non può essere ignorata, soprattutto in un periodo di cambiamento climatico che favorisce l’innalzamento delle temperature e l’instabilità del suolo.
Un fenomeno complesso
Nonostante l’incessante attività dei vigili del fuoco e degli enti locali, le cause degli incendi sono molteplici e vanno dalla negligente gestione del territorio a vere e proprie azioni dolose. Legambiente, attraverso il suo presidente Stefano Ciafani, lancia l’allarme, sottolineando l’importanza di un approccio integrato per combattere il fenomeno degli incendi boschivi. “Non basta concentrarsi solo sull’emergenza estiva o sulle cause singole, ma è fondamentale un approccio che integri prevenzione, rilevamento, monitoraggio e lotta attiva”, afferma Ciafani.
Secondo il report, la presenza di abbandono nelle aree rurali e montane è un fattore che contribuisce all’aumento degli incendi. In questo contesto, è essenziale rilanciare le comunità locali nelle aree interne per farle diventare protagoniste di una gestione sostenibile del territorio.
Il ruolo delle tecnologie per la prevenzione
Nel contrasto agli incendi boschivi, le nuove tecnologie stanno giocando un ruolo sempre più rilevante. L’uso di dispositivi basati su Internet delle Cose (IoT) per monitorare e prevenire i roghi sta prendendo piede, come dimostra il progetto avviato in Abruzzo con Inwit. Antonio Nicoletti, responsabile nazionale per le Aree Protette di Legambiente, sottolinea la necessità di utilizzare tutte le risorse tecnologiche disponibili per monitorare costantemente il territorio e intervenire tempestivamente.
Collaborazione tra enti e la necessità di leggi più severe
Un altro aspetto cruciale emerso dal report è la frammentazione delle competenze tra le diverse istituzioni coinvolte nel contrasto agli incendi. “Le normative ci sono, ma non sono sempre applicate in modo efficace a causa della frammentazione tra Stato, Regioni e enti locali”, afferma Nicoletti. Per questo motivo, Legambiente chiede un rafforzamento delle politiche integrate e delle collaborazioni tra istituzioni, ONG e cittadini.
Anche le politiche di disincentivazione alla speculazione edilizia nelle aree percorse dal fuoco sono centrali nella proposta di Legambiente. Il presidente Ciafani conclude: “Occorre estendere le pene previste per il reato di incendio boschivo a qualsiasi rogo, senza distinzioni, e intensificare le indagini per individuare e punire i responsabili”.
Una sfida complessa ma necessaria
In sintesi, il Lazio, pur non essendo tra le regioni con il numero più alto di ettari bruciati, sta vivendo una crescente minaccia a causa degli incendi boschivi. Per combattere questa emergenza, è fondamentale adottare misure più incisive, non solo nel periodo estivo, ma anche attraverso strategie di prevenzione e gestione territoriale a lungo termine. Con il supporto delle tecnologie più avanzate e una maggiore collaborazione tra enti locali e nazionali, il Lazio può sperare di ridurre il rischio di incendi e proteggere i suoi preziosi ecosistemi. Ma per farlo, è necessario un cambio di approccio radicale e la promozione di politiche più efficaci.