Incendio ad Anzio, barca da 20 metri in fiamme nel rimessaggio alle 4 di mattina: “Servono più controlli”

Vigili del Fuoco in azione a Anzio

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Anzio si è svegliata con un incubo: alle 04.00 di sabato 20 dicembre 2025, un incendio ha avvolto una barca di circa 20 metri all’interno di un rimessaggio in via Carlo Goldoni. L’allarme è scattato quando la città era ancora nel silenzio della notte, ma la macchina dei soccorsi si è mossa subito. Le fiamme, in un contesto delicato come quello di un deposito, potevano trasformarsi in un disastro ben più ampio.

La risposta: squadre in campo e mezzi speciali

Dalla sala operativa del Comando di Roma sono partiti rinforzi mirati: in azione la Squadra 23/A della sede di Anzio, affiancata dalla Squadra 32/A di Nemi. Sul posto anche l’Autobotte di Pomezia e il Carro Autoprotettori, mezzi indispensabili quando si lavora per ore tra fumo, calore e rischio di riaccensioni. Un dispiegamento che racconta la gravità dell’evento e l’urgenza di “tenere” la situazione prima che degenerasse.

Nessun ferito, ma il rischio era altissimo

La notizia positiva è che non ci sono persone ferite. Ma sarebbe un errore archiviare tutto come “semplice paura”. Un incendio in un rimessaggio non è mai banale: materiali, carburanti, vernici e componenti possono alimentare roghi difficili da domare. Le operazioni di spegnimento sono andate avanti per diverse ore, segno che l’emergenza non si è esaurita in pochi minuti. E quando servono ore, vuol dire che il confine tra incidente e tragedia è sottile.

Il punto politico: sicurezza, controlli e prevenzione

Qui si apre una questione politica che riguarda tutti: quanto sono sicuri i rimessaggi e le aree nautiche del territorio? La risposta non può essere solo “interveniamo quando succede”. Serve prevenzione: verifiche sugli impianti elettrici, piani antincendio aggiornati, vie di accesso libere per i mezzi di soccorso, formazione del personale e controlli reali, non di facciata. Quando un rogo nasce alle 4 del mattino, significa che la vigilanza e le misure di sicurezza devono funzionare anche quando nessuno guarda.

Indagini sulle cause: trasparenza e responsabilità

Sul posto è intervenuta anche la squadra dei Vigili del Fuoco di P.G. per i rilievi e per accertare le eventuali cause dell’incendio. Presenti anche le Forze dell’Ordine. È un passaggio cruciale: la comunità ha diritto di sapere se si è trattato di un guasto, di una negligenza o di altro. La trasparenza non è un dettaglio: è la base per evitare che episodi simili si ripetano. Perché ogni incendio ha un’origine, e capire quell’origine significa fare sicurezza vera.

Cosa deve cambiare: un piano per non rincorrere le emergenze

Dopo l’ennesimo episodio che mette paura, la politica locale e gli enti competenti dovrebbero fare una scelta netta: non limitarsi alle dichiarazioni, ma avviare un piano di prevenzione serio su strutture e rimessaggi. Mappatura dei punti a rischio, verifiche periodiche, sanzioni per chi non rispetta le regole e investimenti sulla protezione civile e sui soccorsi. L’intervento di oggi ha evitato il peggio, ma la domanda resta: vogliamo aspettare il prossimo incendio per accorgerci che la sicurezza non può essere lasciata al caso?