Inceneritore di Santa Palomba, i cittadini protestano, Zuccalà: “Un regalo alle lobby”

Le preoccupazioni per l’inceneritore di Santa Palomba arrivano in Regione Lazio e il Movimento 5 Stelle alla Pisana si schiera al fianco dei cittadini.
“Il contratto di concessione tra Roma Capitale e RenewRome Srl per la realizzazione dell’inceneritore di Santa Palomba mette nero su bianco tutte le bugie del commissario Gualtieri su questo infausto progetto”, lo ha detto il capogruppo M5S Lazio Adriano Zuccalà, perfettamente in linea con quanto denunciato dai cittadini nei giorni scorsi.

Continuano le proteste
Lunedì l’ultima protesta a Pomezia un gruppo di cittadini si è dato appuntamento davanti alla sede del Consorzio Industriale territoriale delle varie aziende che opereranno per la costruzione della megastruttura di Gualtieri ed impiegheranno, come previsto, “44 mesi, quindi 3 anni e mezzo, per le opere preliminari, la realizzazione degli impianti e il collaudo. Parliamo del 2029, ben lontano sia dal Giubileo, pretesto che ha dato avvio al progetto, sia da quel 2027 annunciato dal sindaco Gualtieri”, continua Zuccalà.
Un disastro per la mobilità
Quindi, come sostenuto dai manifestanti, lunedì è stata discussa l’autorizzazione al Comune di Roma per costruire una bretella stradale che porterebbe portare alla chiusura di via Cancelliera. È l’ultimo tratto vicino al terreno destinato alla realizzazione dell’inceneritore romano.
“Non compare il trasporto su ferro, altra promessa disattesa, ma solo quello su gomma, quindi circa 2mila tonnellate di rifiuti che viaggeranno ogni giorno, per 30 anni, h24 su 100 camion in transito su via Ardeatina e via Cancelliera” denuncia il capogruppo pentastellato.
Non solo i disagi legati alla combustione dei rifiuti e il via vai di camion carichi di spazzatura, per i cittadini è previsto anche il cambio della viabilità che comporterebbe gravi disagi all’indotto commerciale, industriale, turistico e a tutti i residenti essendo un nodo cruciale che confina con la via Ardeatina e collega molti comuni dell’hinterland romano e verso il mare di Ardea e Torvaianica.
Un disastro per la vivibilità
Ma quale megastruttura pulita e senza impatto sui cittadini? L’inceneritore di Roma che dovrebbe (d’obbligo utilizzare il condizionale) smaltire 600mila tonnellate di rifiuti all’anno rischia (come sostiene un’altra parte con più solidità) di diventare una megastruttura che mette a rischio dei cittadini: direttamente ed indirettamente. D’altronde se da due anni Sindaci, consiglieri comunali, associazioni, comitati e migliaia di cittadini stanno lottando strenuamente per dire “NO all’inceneritore” qualcosa ne sapranno anche loro no?
“Mentre il mondo si muove verso impianti innovativi che recuperano la materia dai rifiuti indifferenziati – continua Zuccalà – Gualtieri ci catapulta nel passato bruciando il tal quale con costi enormi per ogni tonnellata di rifiuto conferito, con buona pace delle bollette Tari dei romani”
“Un regalo alle lobby”
L’Unione dei Comitati ha annunciato una mobilitazione permanente per tutto il mese di agosto, con una serie di presìdi davanti al sito e la raccolta firme per una nuova petizione che chiede la revoca del potere di ordinanza in deroga concesso dal decreto legge n. 50/2022.
“Lo avevamo previsto e lo abbiamo detto fin da subito: l’inceneritore è un regalo alle lobby dei rifiuti, a scapito dell’ambiente, della salute delle persone, della sostenibilità, del futuro dei nostri territori. Continueremo a batterci, accanto a comitati e cittadini in presidio permanente davanti al sito di Santa Palomba, per impedire con ogni mezzo l’avvio dei lavori: sarebbe una sconfitta enorme per tutti, a partire dalle istituzioni”, ha concluso Adriano Zuccalà.