Incidente mortale a Segni, il figlio di Roberta Centi: “Ho visto morire mia madre. Ora chiedo solo che nessun altro provi lo stesso dolore”

“Il mio non è un appello alla ricerca di testimoni. È un invito alla prudenza, affinché la morte di mia madre non sia stata inutile”. A parlare è Diego, il figlio di Roberta Centi, 63 anni, la donna deceduta sabato pomeriggio a Roma, all’ospedale San Camillo, poche ore dopo il tragico incidente avuto a Segni.
L’incidente mortale
Lo scontro è avvenuto sabato pomeriggio, 17 maggio, in via Carpinetana, la strada che collega il Comune di Colleferro con quello di Priverno, intorno alle 17:00. La donna, madre di tre figli, si trovava a poca distanza da casa quando è stata tamponata violentemente da un furgone Opel, condotto da un 50enne della zona. L’urto è stato tremendo e la Smart che guidava la 63enne è stata sbalzata a decine di metri di distanza dal punto dell’impatto.

“Io ero in macchina, a pochissima distanza”, racconta Diego. “Sono stato il secondo a intervenire, dopo l’automobilista che si trovava dietro di lei e che ha chiamato l’ambulanza. Sono stati momenti terribili. E proprio per questo vorrei che non si ripetessero più per nessuno”.
Strada “maledetta”
Roberta è la 45ª vittima sulle strade di Roma e provincia dall’inizio dell’anno. Ma è anche l’ennesima vittima in via Carpinetana, una strada costellata di croci e mazzi di fiori per ricordare le numerose persone morte nel corso degli anni.
“Tra quelle vittime ora c’è anche mia madre”, dichiara dolorosamente Diego. “E non solo. Diversi anni fa in quella strada è morto il fidanzato di mia cugina. Erano giovanissimi, avevano 14, 15 anni. Stavano percorrendo la via in motorino quando hanno avuto l’incidente insieme. Lei si è salvata, lui no. E ora questa nuova tragedia. Ora basta: è il momento di trovare soluzioni e mettere una fine a queste tragedie. La morte di mia madre non deve essere stata inutile. Il mio dolore, quello delle mie sorelle e della mia famiglia non dovrà essere, un domani, il dolore di altre persone”.
Limitare la velocità
Il 50enne alla guida del furgone è stato denunciato per omicidio stradale. Una delle cause per cui Roberta è morta potrebbe essere la velocità, anche se saranno i carabinieri, intervenuti per i rilievi, a stabilire con esattezza quanto accaduto. Diversi i testimoni, già ascoltati dai militari. “Servirebbero dei dissuasori di velocità”, commenta Diego. “Dei dossi, degli autovelox o qualsiasi altra cosa possa indurre gli automobilisti a limitare la loro corsa. Solo così, forse, non ci sarebbero più vittime in questa in questa strada. E mia madre potrebbe essere ricordata come l’ultima”.