Incidente sul lavoro a Roma, operaio morto sulla banchina del Tevere: la vittima è il 47enne Daniele Cucchiaro

Daniele Cucchiaro morto a Roma

Si chiamava Daniele Cucchiaro, aveva 47 anni e viveva a Monterotondo, alle porte della Capitale, l’operaio che ieri ha perso la vita sul lavoro. Si trovava sulla banchina del Tevere, all’altezza di piazza Trilussa a Trastevere, quando – per cause ancora tutte da accertare – sarebbe stato schiacciato da un muletto. E per lui, nonostante l’arrivo dei soccorsi, non c’è stato nulla da fare: il suo cuore ha smesso di battere lì, proprio sul posto di lavoro. Lui che ieri mattina ha lasciato la sua abitazione, ha salutato la sua famiglia, ha chiuso la porta dietro di sé. E quella porta, purtroppo, non l’ha più riaperta: a casa non è più rientrato.

Daniele Cucchiaro morto sul lavoro a Roma

Sul posto, ieri pomeriggio, sono intervenuti gli agenti della Polizia, la Scientifica e i vigili del fuoco ma per il 47enne – che lascia una figlia – non c’è stato nulla da fare. E la giornata di ieri è stata terribile perché più persone, in più posti d’Italia, hanno perso la vita proprio sul lavoro. Prima a Torino, dove un operaio egiziano di 69 anni è precipitato dal cestello di una gru, poi a Riposto, in provincia di Catania, dove un 53enne impegnato nell’ampliamento di un tetto di un capannanone ha perso la vita precipitando da un’altezza di circa 8 metri.

Sempre ieri mattina a Monza un altro operaio di 48 anni è morto, colpito da un tornio. E poi lo stesso tragico e beffardo destino per Daniele Cucchiaro, 47enne di Monterotondo, probabilmente schiacciato da un macchinario, che si sarebbe ribaltato mentre lavorava sulla banchina del Tevere. Daniele, diplomato all’istituto tecnico industriale Gerolamo Cardano di Monterotondo, era un operaio, grande appassionato di sport e di soft air, come testimoniano le foto che restano sul suo profilo in rete. Lì dove spesso pubblicava la sua quotidianità, i suoi sorrisi, le sue vacanze.

I messaggi social degli amici

Tanti i messaggi di vicinanza, cordoglio e affetto per la morte di Daniele Cucchiaro. “Ci siamo rivisti meno di due mesi fa ridendo e scherzando come era nostro solito fare, per due giorni. Quando è stato il momento dei saluti ci siamo dati appuntamento a fine settembre perché, anche se quasi cinquantenni, amiamo ancora organizzare e vivere quel gioco che molti non capiscono” – ha detto Giovanni. Quella fine di settembre non arriverà mai perché Daniele ha perso la vita ieri. “L’ultima immagine che voglio avere di te è in sella alla tua nuova Mustang, mentre ridi e gridi come solo tu sai fare, con quel cavallino luminoso proiettato sul terreno che galoppa velocemente verso l’infinito e oltre. Fai buon viaggio, sono certo che se mi concentrassi riuscirei a sentirti ridere anche lassù” – ha concluso. In tanti non riescono a credere che Daniele, quel loro amico, quel loro punto di riferimento, non ci sia più. Morto proprio mentre lavorava, certo che sarebbe tornato a casa, dalla sua famiglia.

“La tragedia ci tocca ancora più da vicino”

“Stavolta la tragedia ci tocca ancora più da vicino perché è di un nostro concittadino, il povero Daniele Cucchiaro, una di quelle morti. Da quando ho appreso la notizia e ancora adesso, mentre scrivo queste righe di cordoglio, penso a quanto sia assurdo, ingiusto e crudele che una vita sia spezzata in questo modo, in un lunedì di settembre, in una “normale” giornata di lavoro. Penso al dolore, alla disperazione dei famigliari, degli amici, di chi ha perso per sempre la presenza di Daniele” – ha detto Riccardo Varone Sindaco di Monterotondo. “La piaga delle morti sul lavoro è ancora una spaventosa costante dei nostri tempi e del nostro Paese e il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro è certamente una priorità non più rimandabile. Ma, almeno per quanto mi riguarda, non è oggi il momento delle riflessioni su queste questioni, o dell’indignazione per l’ennesima tragedia. Ci sarà un’indagine, verranno accertati fatti e responsabilità, si arriverà ad una verità. Ma sarà una verità che, in ogni caso, non restituirà un domani a Daniele e non lenirà il dolore di chi lo ha amato. Ed è allora con commozione e con profondo rispetto, personale e a nome della Comunità cittadina, che partecipo e mi stringo a quel dolore. Per quanto poco sia è, in questo momento, tutto quel che posso e che possiamo”.