Incomprensibile clamore per l’italiano che combatte con Kiev: e allora Draghi che gli manda le armi?

Ucraina, parla il ragazzo che combatte con Kiev. “Dal momento in cui la mia persona è stata negli ultimi giorni soggetta all’attenzione dei media, è mia intenzione chiarire alcuni punti. Sono stato al fronte negli ultimi mesi sotto bombardamenti di artiglieria quotidiani. Siamo stati colpiti da attacchi aerei, droni e peggio ancora. Abbiamo mantenuto le linee del fronte in una guerra contro la tirannia e un attacco alla democrazia non solo per l’Ucraina, ma per il mondo intero, inclusa l’Italia, la mia patria. Non sono qui per altre ragioni se non per aiutare l’Ucraina contro l’invasione russa, che ha conseguenze su tutti noi. Non sono qui per soldi o per interessi personali. Sono qui per fare quello che penso sia giusto fare. Non sono un mercenario. Sono un militare regolare che sta combattendo per la democrazia”.
Parla il ragazzo che combatte con l’Ucraina
Lo scrive sulla sua pagina Instagram Kevin Chiappalone, lo studente genovese arruolato a Kiev e indagato in Italia perché ritenuto un mercenario. “Sin da quando sono giunto in Ucraina – continua Chiappalone – mi sono unito ai ranghi della Legione Internazionale. La quale è completamente integrata all’interno dell’Esercito Ucraino. Sto servendo perciò sotto le Forze Armate Ucraine e di conseguenza sono un legittimo combattente ai sensi della Convenzione di Ginevra. Ho sentito che è stata avviata un’indagine nei miei confronti, nella quale qualcuno sostiene che io sia un mercenario. Questa interpretazione è contraria al Diritto Internazionale. Sarebbe uno scandalo essere perseguito sotto queste circostanze che rientrano totalmente nella legalità.

“Combatto solo per la libertà”
Mentre i media trasmettevano questa notizia, le mie affiliazioni politiche passate sono state tirate in ballo. Voglio sia chiaro che le mie frequentazioni politiche sono un capitolo della mia vita passato, con cui ho interrotto tutti i legami. Il mio obiettivo e scopo in Ucraina e difendere la libertà. L’Ucraina e gli ucraini hanno provato il loro coraggio, ma tutti sappiamo che hanno bisogno di aiuto. Se la procura italiana persegue coloro che combattono contro la tirannia, sono senza cuore e favoriscono la Russia”.