Infermiera picchiata dai no-vax al San Camillo: dopo “eroi” ora anche “martiri”?

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Amarezza per l’ennesimo episodio di vioenza contro un’infermiera. “La sicurezza del personale sanitario nelle strutture ospedaliere è messa in pericolo sempre. Il fenomeno cresce ogni giorno di più, con il protrarsi delle follie negazioniste sul Covid”. Lo sostiene presidente dell’Ordine degli infermieri di Roma, Maurizio Zega , in merito alla vicenda della giovane infermiera aggredita e picchiata all’ospedale San Camillo di Roma da un paziente no vax e alla quale Zega esprime tutta “la solidarietà e l’affetto dell’Ordine romano”. Proprio oggi “Roma conoscerà l’ennesimo raduno di irresponsabili che sono, si legge sulla stampa, pronti a creare disagi alla città: intanto uno di loro ha provato a spaccare la testa a chi voleva soltanto curarlo.

Fare l’infermiera così è sempre più arduo

Quando oggi si sentiranno le consuete dichiarazioni deliranti – prosegue – verrebbe loro da rispondere: andate a dirlo a questa giovane presa a calci in testa. A noi sembra – aggiunge Zega – che l’esercizio della professione sia reso ogni giorno sempre più difficile. E su questo le autorità pubbliche dovrebbero interrogarsi. Intanto ci pestano, ora qui ora là, poi gli infermieri sono bellamente dimenticati dal Governo in sede di legge Finanziaria, e così restiamo con compensi peggio che ridicoli”. “Sembrano semplicemente ignorare la nostra esistenza – prosegue Zega -anche se oggi leggeremo magari un diluvio di dichiarazioni di solidarietà alla nostra collega, che però avranno un bel sapore di ipocrisia: dopo essere stati dichiarati eroi, si vuole anche dichiararci martiri?

Questo episodio faccia riflettere chi di dovere

Il colmo è che questo avviene mentre tutti lamentano che siamo troppo pochi, che c’è bisogno di più infermieri. E secondo autorevoli fonti scientifiche anche il numero di morti durante la pandemia, anomalo nel caso italiano, potrebbe essere dovuto proprio alla carenza di infermieri”. Non sarebbe il caso, si domanda il presidente dell’Ordine romano, “che ci si svegliasse? Alla nostra collega appena arrivata ad esercitare la sua professione va il nostro abbraccio e la nostra vicinanza. Nella speranza che questo ennesimo orribile episodio faccia riflettere chi di dovere su una situazione ormai insostenibile. È ora di svegliarsi”, conclude.