Infermieri, li chiamavano angeli. Ma la busta paga piange e arriva lo sciopero

Li chiamavano angeli, durante la pandemia. Quando ogni giorno con turni massacranti lottavano contro la morte. Per aiutare decine di migliaia di malati di covid. E non solo, perché l’attività del personale infermieristico è preziosa ogni giorno, a prescindere dal covid. Adesso però, quando dalle parole bisognava passare ai fatti, sono stati abbandonati. È quanto denuncia NursingUp, sindacato di categoria degli infermieri. Che ha promosso uno sciopero in tutta Italia per il prossimo venerdì 8 aprile.

Siamo sotto organico di almeno 10 mila unità, hanno spiegato i sindacati. E quindi costretti a lavorare di notte, e a fornire la reperibilità. Ma il compenso per tutta questa attività è giudicato offensivo, così come gli aumenti in busta paga. Appena 26 centesimi l’ora lordi per gli straordinari di notte, un euro per la pronta disponibilità. Da qui la decisione di incrociare le braccia. Ma lo sciopero non riguarderà solo la giornata dell’8 aprile. Infatti fino al 13 dello stesso mese, è stata indetta anche una sospensione del lavoro straordinario. A risentirne saranno i servizi resi dalle Asl e dalle aziende ospedaliere, ovviamente anche a Roma e nel Lazio. Una scelta forte, ma il personale infermieristico e paramedico non è più disposto a subire in silenzio.

Gli infermieri vanno rispettati. Il presidente di NursingUp Antonio De Palma spiega le ragioni dello sciopero

“Ci hanno proposto, in cambio dell’eccellenza che rappresentiamo, pochi offensivi spiccioli. Appena 26 centesimi lordi in più, per ogni ora di indennità di lavoro notturno. Poco meno di 1 euro di aumento per quella di pronta disponibilità. Una continua vessazione delle nostre funzioni, con aziende che ci costringono a svolgere attività che non ci spettano, sino a vere e proprie condizioni di demansionamento”. Così Antonio De Palma, presidente del sindacato NursingUp che ha promosso lo sciopero.

“Noi, che con i fatti abbiamo dimostrato di essere i primi attori di un film drammatico che ci ha visto e ci vede lottare ogni giorno contro la morte, siamo oggi relegati, da un maldestro copione scritto da altri, a ruolo di comparse” – ha proseguito il sindacalista. Che ha parlato chiaramente di una professione vessata e dimenticata. Al di là della retorica ufficiale.

Siamo stanchi  

“Incroceremo le braccia, assieme a tutti i colleghi delle altre professioni sanitarie che con noi rivendicano i loro diritti. Questa volta non con una semplice giornata di sciopero, ma – ha concluso De Palma – con una astensione estesa allo straordinario, alle attività di  supporto alla libera professione, alle prestazioni rese al di fuori del normale orario di lavoro e ai rientri in servizio. Siamo stanchi. Non ci sono ulteriori prove di appello. Non ne vogliamo più concedere”.