Infernetto: strade che diventano autostrade. Senza semafori né dossi

infernetto strada

All’Infernetto, in via Cilea, è una processione continua di residenti. Una folla di gente, parenti, amici e abitanti del quartiere si è radunata anche ieri sera in via Cilea, dove martedì sera una macchina guidata da un 22enne risultato positivo alla droga, ha investito e ucciso Mattia mentre tornava da una cena con i compagni di scuola. In memoria del 14enne un intero quartiere si è fermato. Ma sulla pagina facebook Sei di Roma se… qualcuno ha postato una riflessione che può valere sia per quella strada sia per molte altre periferie della Capitale.

Infernetto sotto choc per la morte di Mattia

“Osservate per qualche secondo la foto. A destra c’è una scuola. A sinistra c’è un condominio. In mezzo ci passa un’autostrada. Questo posto si chiama “Infernetto”. Qui è stato travolto e ucciso il piccolo Mattia, 14 anni, mentre festeggiava la fine della scuola con i suoi amichetti che lo hanno visto morire davanti ai loro occhi. Certo, la persona alla guida dell’auto sembra sia risultata positiva ai test tossicologici, ma si tratta dell’esecutore materiale di questo delitto, è il killer. La mente è l’organizzazione di persone che ha voluto questo luogo: una scuola, un condominio e uno spazio in mezzo per far correre le auto. Ma chi ha voluto questo luogo?”.

La procura interrogherà oggi l’investitore

Intanto la Procura di Roma ha chiesto la convalida dell’arresto per il 22enne che ha investito e ucciso un ragazzino di 14 anni. L’interrogatorio del ragazzo, ora agli arresti domiciliari, dovrebbe tenersi in queste ore davanti al gip Livio Sabatini. Il 22enne alla guida, arrestato dopo essere risultato positivo all’esame tossicologico, è indagato per omicidio stradale. I genitori ovviamente non si danno pace. “Come faccio a portare mio figlio piccolo nella stessa scuola dove è andato Mattia? Come faccio a stare tranquilla? Abitiamo a 200 metri da qui”. Così dalla folla in via Cilea, all’Infernetto, Antonella, la mamma di Mattia. C’è anche lei, martedì sera fino all’ultimo straziata davanti al corpo del figlio ancora sull’asfalto, proprio davanti alla scuola dove aveva frequentato le medie.

Le periferie sono abbandonate

E’ lei a sollecitare come tutti la realizzazione di dissuasori di velocità nella strada dove già un’altra donna morì tempo fa travolta da una macchina. “Le cose tanto – ha detto – dobbiamo farcele da soli”. Voglia di giustizia, promessa a Mattia da una ragazza al megafono, ma anche di soluzioni per scongiurare nuove tragedie. Una raccolta fondi per mettere dei dossi nella strada che porta al cuore del quartiere da via Cristoforo Colombo, è stata annunciata dagli amici del ragazzino che, improvvisamente più grandi della loro età, hanno invitato alla prudenza alla guida. “Se sei in auto con tua madre e al semaforo scatta il giallo, invitala a fermarsi”, dice uno. “Se ti fai una canna, resta a casa” aggiunge un altro. E poi “ciao Mattia”, prima di tornare a casa e liberare in aria decine di lanterne cinesi.