Inferno a Tor Cervara: fiamme nella discarica vicino al campo nomadi

Tor Cervara, incendio

Nel corso della notte due squadre dei vigili del fuoco sono intervenute a Tor Cervara, periferia est di Roma, per domare le fiamme di un incendio divampato in una discarica a ridosso di un campo nomadi.

Ad andare a fuoco una discarica con una consistente quantità di materiali di diversa natura, legname, frigoriferi, divani, oltre ad alcune autovetture abbandonate. L’intervento è ancora in corso, non ci sono stati feriti.

Tor Cervara è stata teatro di un altro fatto di cronaca esattamente due settimane fa. Un immigrato è stato trovato in un carrello della spesa in pieno giorno con un proiettile all’addome. Tor Cervara e gli scheletri della “Penicillina 2”, un’altra vergogna romana all’ombra della più celebre “ex Penicillina” sulla vicina via Tiburtina. È in uno di questi ammassi di cemento iniziati e mai finiti che la vittima ancora senza un nome sarebbe stata ferita con un colpo d’arma da fuoco all’addome, trascinata fuori con un carrello della spesa e abbandonato all’incrocio con via Raffaele Costi.

A Tor Cervara il cadavere nel carrello della spesa

Quando l’ambulanza è arrivata per la vittima non c’era ormai più nulla da fare. E “perlustrare” gli scheletri di cemento a duecento metri di distanza, per gli agenti della polizia scientifica, è stato naturale. Ancora vivo, quando una volante della Polizia lo ha notato, non poteva aver fatto tanta strada. E la presenza delle divise e delle camionette del reparto mobile nella enclave degradata all’ombra dell’autostrada non è stata gradita dagli occupanti. Momenti di tensione si sono verificati tra alcuni uomini che, dalle palazzine senza mura, hanno urlato insulti e minacce ai poliziotti. Qui, tra i panni stesi e alloggi ricavati con il solo soffitto a riparare dalle intemperie, la vittima sarebbe stata ferita a morte. Oni giorno avviene di tutto, tra spaccio e prostituzione. Molte ragazze entrano ed escono da questi scheletri per vendersi in strada. Ci abiteranno in duecento, trecento. Sono di tutte le etnie, africani, albanesi, italiani. Non hanno nulla, luce, gas. Una situazione di degrado che l’incendio di oggi, poco distante, non ha fatto che amplificare.