Inflazione record, lo dice anche Bombassei: “Salari troppo bassi, noi imprenditori dobbiamo aumentarli”

Bombassei, inflazione

“Certo, anche le aziende devono fare la loro parte perché in questo momento l’obbiettivo principale è difendere le buste paga di chi prende 1300-1500 euro al mese. E vorrei ricordare agli imprenditori che oggi grazie alla tecnologia il costo del lavoro incide molto meno di una volta sul valore totale del prodotto finito. Ma è un nodo da affrontare, non si può ignorare il problema, c’è anche un aspetto sociale da considerare, se si lascia andare potrebbe anche esplodere”. Ad affermarlo, in un’intervista a ‘La Repubblica’, è Alberto Bombassei, il fondatore e presidente emerito della Brembo.

“È indubbio che l’inflazione impatta maggiormente sui redditi dei ceti più bassi. Bisogna fare previsioni affidabili e controllare affinché non diventi un fenomeno strutturale. E il governo deve trovare dei meccanismi per mettere più soldi nelle tasche dei lavoratori”, sottolinea Bombassei, che secondo Forbes è uno degli uomini più ricchi del mondo con un patrimonio di due miliardi di dollari.

“È chiaro che bisogna stare molto attenti a non instaurare un meccanismo automatico di aumenti salariali, l’esperienza degli anni ’80 è stata negativa. Ma è anche vero – sottolinea – che i salari vanno in qualche misura adeguati, occorre rinnovare i contratti in scadenza con un approccio diverso. E posso dirle che da ex vicepresidente di Confindustria ho percepito un atteggiamento di buon senso tra gli imprenditori. Mi sembra che i pareri negativi non prevalgano”.

Inflazione: da Bombassei a Sbarra (Cisl) tutti chiedono l’intervento di Draghi

“Attendiamo nei prossimi giorni la convocazione del premier Draghi. Gli ultimi dati dell’inflazione a luglio indicano un’emergenza che non ammette rinvii”. A fronte dell’ennesimo rialzo dei prezzi al consumo, stavolta all’8%, Luigi Sbarra, leader della Cisl, torna in un’intervista a ‘La Repubblica‘ a chiedere con urgenza un tavolo con le imprese e il governo: “Possiamo uscire più forti da questa crisi se tutti remeremo nella stessa direzione. Credo che Draghi sia la persona giusta, con la sua autorevolezza, per rilanciare una stagione di vera concertazione”.

“Anche noi pensiamo che sia necessario introdurre nuovi strumenti che permettano alle fasce deboli acquisti dei beni di largo consumo in esenzione Iva, e detassare i ‘fringe benefits’ contrattuali fino a 1.000 euro dagli attuali 258. Si deve anche abbattere in via strutturale il cuneo fiscale lato lavoro ed assicurare la piena rivalutazione delle pensioni”, sottolinea Sbarra.

L’inflazione, sottolinea il leader della Cisl, “è la tassa più iniqua, perché pesa di più su chi ha di meno. Riduce il potere di acquisto in maniera insostenibile per i redditi più bassi e in maniera quasi impercettibile per i redditi più alti. Ma è sbagliato pensare a meccanismi automatici come lo era la scala mobile. Come predicava Ezio Tarantelli, innescava una rincorsa salariale ed una spirale inflattiva ancora più pericolose. La strada da seguire è invece quella di un accordo per una nuova stagione di politica dei redditi. Vanno subito detassati i frutti dei rinnovi contrattuali, messi sotto controllo prezzi e tariffe pubbliche. Inoltre il governo deve estendere la platea del bonus bollette, confermando in via strutturale l’abbattimento delle accise sui carburanti e prorogando il bonus di 200 euro per lavoratori e pensionati con redditi sotto i 35 mila euro”.