Infopoint a Piazza di Spagna, dietrofront della Soprintendenza: arriva interrogazione al Ministro

L’installazione dell’infopoint a Piazza di Spagna, nei pressi della celebre scalinata di Trinità dei Monti, continua a far discutere. La struttura, criticata per il suo impatto visivo e paesaggistico, ha sollevato una reazione da parte di esponenti politici, urbanisti e storici dell’arte, che ne contestano la presenza in uno dei luoghi più iconici della Capitale. Tra tutti la Lega, ma anche il sindacato Ugl.
Il progetto era già stato bocciato nel 2015 dal Dipartimento sviluppo infrastrutture e manutenzione urbana di Roma Capitale, che aveva approvato solo la realizzazione di bagni interrati. “Com’è possibile che un’iniziativa respinta anni fa sia stata ora autorizzata senza alcuna modifica alle condizioni ambientali e paesaggistiche della Piazza?” si domanda Valentina Grippo, deputata di Azione e vicepresidente della Commissione Cultura della Camera, che ha annunciato un’interrogazione al ministro della Cultura Gennaro Giuli per ottenere risposte.

Un progetto controverso
La polemica riguarda la coerenza della valutazione della Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, che in passato aveva espresso parere negativo sul progetto. L’installazione, secondo i critici, altera l’equilibrio estetico e danneggia il contesto storico della Piazza, riconosciuta come patrimonio dell’UNESCO. “Al ministro Giuli chiediamo di chiarire i criteri utilizzati per modificare il giudizio pregresso e di valutare se vi siano altri casi simili in cui la Soprintendenza ha cambiato posizione su progetti impattanti per il decoro urbano e l’identità della città,” aggiunge Grippo. La deputata chiede un intervento tempestivo per tutelare l’integrità storico-artistica della Capitale.
Interrogazione parlamentare
L’interrogazione parlamentare potrebbe aprire un nuovo capitolo sulla gestione dello spazio pubblico nel centro storico di Roma. Ora si attendono sviluppi, in primis l’intervento del ministro della Cultura, poiché quanto sta avvenendo rappresenta, per molti, “un oltraggio al decoro urbano e all’identità della città”, oltre che un’operazione “fortemente impattante sul tessuto storico e sul patrimonio Unesco”.