Lega, il governo scopra chi ha profanato il Campo della Memoria

Campo della Memoria

Alla vergogna della profanazione delle tombe al Campo della Memoria il governo deve rispondere. Perché non può passare sotto silenzio un atto così vile.

A svegliare l’esecutivo in Parlamento è un senatore della Lega, William De Vecchis. Questi ha depositato un’interrogazione a risposta scritta ai ministri della Difesa e dell’Interno su un episodio davvero macabro.

Vergogna al Campo della Memoria

E bisogna ringraziare il parlamentare leghista perché non è ammissibile in un paese civile quanto accaduto a Nettuno nella notte tra il 9 e il 10 settembre.

Bisogna fare di tutto per sapere chi ha profanato le tombe presso il cimitero militare dedicato ai marò del Battaglione “Barbarigo” e agli altri combattenti della Repubblica Sociale Italiana, caduti nel 1944 sul fronte dello sbarco di Anzio contro le forze alleate.

Giustamente, De Vecchis ricorda che “dal 1999 il Campo della Memoria è riconosciuto cimitero di guerra, ed è pertanto inserito nelle cerimonie ufficiali di commemorazione dei caduti”.

Alla costruzione dei loculi ci si pensò con i fondi del Commissariato generale per le onoranze ai caduti del Ministero della Difesa.

L’interrogazione di De Vecchis (Lega)

Stando a quello che si è appreso quattro sono state le tombe danneggiate e addirittura due feretri trafugati. Tra i resti trafugati quelli di Vittorio Rolandi Ricci, mentre è stato distrutto il loculo di Umberto Bardelli, comandante del battaglione Barbarigo, e sono stati danneggiati quello di Enrico Berti, brigadiere 32enne della Guardia nazionale repubblicana, e del marò Franco Benedetti.

La denuncia del senatore leghista è netta: secondo le prime ricostruzioni il movente parrebbe essere quello politico”. Il che è ancora più vergognoso.

Si muovano dunque i ministri Guerini e Lamorgese per far luce sulla vicenda e scoprire i responsabili di un fatto davvero grave e intollerabile. La memoria è sacra, il rispetto per i defunti un valore: per tutti. Ma per qualcuno no, e allora, se vogliamo continuare a caratterizzarci come un paese civile, esso va acciuffato e severamente punito.