Intesa su Roma Gualtieri-Rocca, la ‘pax politica’ andrà avanti anche dopo il Giubileo: “Tra noi dialogo”

Roma, da sinistra il governatore Rocca e il sindaco Gualtieri, foto Comune di Roma - www.7colli.it

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In un tempo in cui lo scontro politico appare quotidiano e aspro, Roma conosce un’eccezione che si fa notizia. Il sindaco della Capitale e il presidente della Regione Lazio hanno scelto la via della cooperazione, trasformando un derby politico potenzialmente incendiario in un cantiere condiviso di idee e progetti. La regia del “metodo Giubileo” non si esaurirà con la chiusura della Porta Santa: la collaborazione continuerà anche oltre l’anno santo, segnalando una convergenza istituzionale che ha pochi precedenti.

Sul palco della kermesse politica di FdI al laghetto dell’Eur, davanti a un pubblico giovane e attento, i due leader hanno dato prova di un’intesa solida, fatta di ascolto e pragmatismo. “Chi amministra Roma rappresenta tutti i cittadini, chi governa il Lazio rappresenta l’intera regione. Tra noi c’è stima e dialogo”, ha sottolineato il sindaco. Il governatore ha rilanciato, ricordando come la manutenzione degli argini del Tevere o il rilancio delle infrastrutture non possano essere incasellati tra destra e sinistra, ma debbano restare patrimonio comune.

Roma Capitale al centro

Il cuore della discussione è stato la riforma di Roma Capitale. Un percorso che promette di dare più poteri e risorse alla Città eterna, consentendole di esercitare al meglio il ruolo di capitale politica e culturale del Paese. “Il testo di partenza è condiviso, frutto di un lavoro congiunto tra istituzioni. Ora serve che l’iter parlamentare proceda spedito”, ha spiegato il sindaco. A sostegno, il governatore ha ricordato come l’iniziativa nasca dalla volontà del Governo nazionale: “Chiunque guidi Roma deve avere strumenti adeguati. La Capitale non può restare ostaggio di pastoie burocratiche”.

Infrastrutture, la sfida comune

La convergenza si manifesta soprattutto sul fronte delle infrastrutture. Strade, metropolitane, ferrovie: la città e la regione hanno bisogno di una terapia d’urto dopo anni di abbandono. “Abbiamo investito oltre mezzo miliardo sulle strade e avviato una grande gara per i nuovi treni della metro, parte dei quali saranno destinati alla Roma-Lido”, ha ricordato il sindaco. Il governatore ha aggiunto i progressi regionali: dall’accelerazione sulla Pontina al completamento della Orte-Civitavecchia, fino allo sblocco della Roma-Latina. Un piano che vuole riportare Lazio e Capitale al livello delle grandi metropoli europee.

Il sogno del Tevere balneabile

Tra i progetti più suggestivi spicca il Tevere balneabile. Il primo cittadino lo ha definito un obiettivo concreto, con un orizzonte temporale di cinque anni: “Non è un sogno irrealizzabile, ma un percorso graduale che restituirà alla città un fiume pulito e vivibile”. Dal canto suo, il presidente della Regione ha ribadito la priorità di sicurezza e decoro urbano, pur confermando l’impegno regionale sulla riqualificazione del fiume. “È tempo di passare dalle suggestioni ai fatti concreti”, ha affermato.

Cultura e periferie

Il confronto ha registrato le uniche scintille sul terreno della cultura. Il governatore ha rimarcato la tendenza della sinistra a considerarla terreno esclusivo, mentre il sindaco ha preferito non alimentare la polemica, ribadendo la centralità di decoro urbano e servizi per le periferie. Una dialettica vivace, ma contenuta nei toni, segno di una volontà precisa di non incrinare la “pax politica”.

Tra ironia e fair play

Non è mancato un tono leggero, tra battute sul derby calcistico e giochi con i nuovi cestini urbani. Un siparietto che ha strappato applausi e sorriso alla platea, rendendo ancora più evidente l’atmosfera di fair play tra i due leader. “Se ci fosse un autogol della Lazio, noi non ci offenderemmo”, ha ironizzato il sindaco, trovando la pronta risposta del governatore, fedele alla sua fede calcistica.

Una strada che continua

L’intesa tra Campidoglio e Regione appare dunque destinata a durare. Non solo per l’urgenza del Giubileo, ma per una visione comune, tra i due referenti politici dei rispettivi partiti, che vede nella Capitale un “bene nazionale “da tutelare. La “pax politica” romana si presenta quindi come un esperimento politico. La domanda a questo punto è solo una: ai cittadini-elettori di Roma questa grande amicizia piacerà? Entro la primavera 2027 lo scopriremo.