Istat: a gennaio aumenta fiducia di consumatori e imprese

A gennaio 2025, l’Istat ha registrato un aumento sia della fiducia dei consumatori che delle imprese. L’indice di fiducia dei consumatori è salito da 96,3 a 98,2, mentre l’indice composito della fiducia delle imprese è passato da 95,3 a 95,7.
Dettagli sui Consumatori
L’aumento della fiducia dei consumatori è stato trainato principalmente da un miglioramento delle aspettative economiche generali e future. In particolare: il clima economico è salito da 96,1 a 101,3; Il clima futuro è cresciuto da 93,3 a 96,1; il clima personale e corrente ha registrato incrementi più moderati.

Dettagli sulle imprese
Per le imprese, l’aumento della fiducia ha interessato soprattutto: Industria manifatturiera (indice da 85,9 a 86,8); Costruzioni (indice da 100,9 a 104,2). Al contrario, si è registrato un calo della fiducia nei servizi di mercato e nel commercio al dettaglio.
Analisi e prospettive
Il Codacons ha accolto positivamente l’incremento della fiducia, sottolineando la necessità di misure per sostenere i consumi e contenere le tensioni sui prezzi, specialmente nei settori carburanti, energia e materie prime. L’aumento della fiducia è un segnale positivo per l’economia italiana, ma per garantire una ripresa stabile saranno necessarie politiche mirate per supportare famiglie e imprese.
Codacons: Bene aumento indice
Positivi per il Codacons i dati Istat sulla fiducia di consumatori e imprese, con entrambi gli indici che, dopo mesi di cali, tornano a salire a gennaio. L’incremento della fiducia di famiglie e imprese è un segnale importante per l’economia italiana, perché rispecchia una generalizzata crescita dell’ottimismo e delle aspettative che si ripercuote su consumi, occupazione e investimenti – spiega il Codacons – un indice che tuttavia da solo non basta: il governo deve mettere in campo misure specifiche tese a sostenere i consumi dei cittadini e combattere le tensioni sui prezzi al dettaglio, specie sul fronte dei carburanti, dell’energia e delle materie prime i cui listini in forte crescita rischiano di avere nel corso del 2025 effetti negativi a cascata su consumatori e imprese – conclude l’associazione.