Italia distrutta, ma la Cirinnà pensa alle “famiglie arcobaleno”

cirinnà monica

L’Italia è in ginocchio, ma la senatrice del Pd Monica Cirinnà esprime gioia per l’anniversario delle unioni civili. Per l’esponente del Pd la priorità è questa adesso. Sposare sempre più omosessuali e andare avanti sul progresso della legge che, a suo dire, rende viva la costituzione. Non solo: bisogna anche “fare dei passi avanti sul riconoscimento pieno dell’omogenitorialità”. Bisogna andare a votare al più presto, se abbiamo una maggioranza che anziché fare in modo che arrivino i fondi promessi gioisce per le unioni civili. Non crediamo che la priorità degli italiani in questo momento siano i diritti della minoranza che ha scelto la strada delle unioni civili.

La priorità per l’Italia non sono i matrimoni gay

Pensiamo che siano i soldi promessi dal partito della Cirinnà che non arrivano, i lavoratori che non possono riaprire, i settori devastati del turismo e degli artigiani. E non  “il mancato richiamo all’articolo 78 del codice civile in materia di affinità, che priva gli uniti di suocere e suoceri. Ma penso soprattutto alla condizione – per me sempre più dolorosa – delle famiglie arcobaleno che, in assenza di riferimenti normativi chiari, sono costrette a lottare nei tribunali e con le pubbliche amministrazioni per ottenere il riconoscimento dei propri diritti”.

Gli italiani felici da quattro anni? Non lo sapevamo…

E’ incredibile l’ostinazione con la quale si perseguono questi scopi ignorati dalla maggioranza degli italiani, e anche il fanatismo con cui la Cirinnà si occupa di queste vicende. “Quattro anni di felicità,” definisce questi ultimi anni dall’approvazione della legge sulle unioni civili. E’ offensivo per tutti gli italiani leggere queste cose su twitter o su facebook, nel momento in cui la maggioranza di loro ha difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena. E quando non sa cosa farà nei prossimi quattro anni, o se riaprirà il suo esercizio oppure se avrà ancora al lavoro. Bisogna  andare a votare subito e cacciare questa classse politica  inadeguata che in questa circostanza si è dimostrata tale.