Italia Viva nel Lazio chiede al governo delle banche di vigilare sulle banche

Italia viva banche

Meravigliosa Italia Viva, che dal Lazio chiede al governo delle banche di vigilare sulle banche. Si sono accorti che non scuciono un euro a chi chiede i famosi prestiti. Manco Stanlio e Ollio. Chissà se lo hanno detto alla Boschi.

“Il decreto liquidita’ dell’8 aprile 2020 non sta producendo i risultati sperati: prevede prestiti, non somme a fondo perduto, troppo difficilmente accessibili alle imprese perche’ le banche applicano regole che rallentano terribilmente la concessione del denaro. Il Governo vigili sull’operato degli istituti bancari per consentire un vero accesso alla liquidita’ da parte delle aziende in grave crisi economica, come gia’ evidenziato, in maniera dettagliata, in una interrogazione parlamentare del nostro deputato Cosimo Ferri”.
Cosi’, in una nota, i consiglieri regionali di Italia Viva del Lazio, Enrico Cavallari e Marietta Tidei.

Notizia: Italia Viva contro le banche

“Il decreto liquidita’ – continuano i due illusi Don Chisciotte – prevede una norma che concede, a favore delle imprese, la garanzia da parte dello Stato al 100% per i prestiti di importo non superiore al 25% del fatturato 2019 fino a un massimo di 25.000 euro, senza alcuna valutazione del merito di credito.

In realta’ – hanno scoperto – risulta difficilissimo ottenere questo prestito. Infatti, se l’impresa ha gia’ un finanziamento aperto con la banca, puo’ chiedere un rifinanziamento. Vale a dire un nuovo finanziamento con un importo superiore al precedente almeno del 10%. In questa maniera il finanziamento pregresso viene estinto e la garanzia da parte dello Stato coprira’ l’80% del valore del nuovo prestito. In pratica, la banca ottiene cosi’ una garanzia diversa, poiche’ quella precedente viene sostituita da quella fornita dallo Stato”, aggiungono Cavallari e Tidei.

Lo dicono al governo più amato dalla banche

“Vogliamo sperare poi che, nei casi di prestiti superiori ai 25.000 euro (dove la garanzia dello Stato e’ pari al 90% mentre il restante 10% e’ a carico delle aziende che hanno enormi difficolta’ a garantirlo) non ci siano altri ostacoli e vincoli a cui sottostare” proseguono Cavallari e Tidei. “Il Governo intervenga a stretto giro per snellire le procedure e togliere tutti gli scogli e gli intralci per accedere al credito – concludono Cavallari e Tidei – È necessario far ripartire l’economia del nostro Paese che altrimenti rischia di collassare.
Iniettare liquidita’ e fiducia nelle imprese, non consolidare le garanzie degli istituti facendo cosi’ il gioco delle banche”. Applausi. Ma se il governo non li ascolta poi che fanno?