La Camera ricorda l’ignobile crimine comunista di Primavalle. Nobili parole di Rampelli

“Parlamentari della Repubblica italiana, eredi degli anni di piombo, conquistiamo la verità storica, costruiamo la memoria condivisa, onoriamo così la memoria di chi non c’è più, costi quel che costi”. Lo ha affermato Fabio Rampelli, deputato di Fratelli d’Italia, vicepresidente della Camera, durante la commemorazione in Aula dei fratelli Stefano e Virgilio Mattei, a 50 anni dalla morte, presenti in tribuna i familiari delle vittime. “Mai più odio feroce e violenza assassina – ha aggiunto -. Negli anni Settanta ci fu una guerra civile strisciante, si poteva morire per un giornale portato in tasca, la frequentazione di un bar sbagliato, un abbigliamento politicamente targato, prima di uscire da casa era bene affacciarsi dalla finestra e controllare chi c’era in giro, si rincasava in gruppo.
Gli assassini di primavalle non pagarono mai
Una violenza disumana ha colpito ragazzi innocenti di destra e di sinistra, pieni di sogni e di voglia costruire un’Italia migliore”. “Ma c’era anche una violenza morale che colpiva soprattutto ragazzi di destra. Dovremmo ricordarlo cosa può capitare esagerando con le parole. Infine un giorno il Presidente Sandro Pertini andò a far visita a Paolo Di Nella, militante del Fronte della Gioventù sprangato mentre affiggeva manifesti e finito in coma, un gesto che resterà indelebile. Non ci furono vendette barbare, la mattanza finì. Non c’è stata giustizia per Stefano e Virgilio – ha concluso Rampelli -. E non c’è stata per gli altri ragazzi innocenti, lo Stato di quei tempi non l’ha voluta, ma a noi, alla generazione dei sopravvissuti da quell’epopea spetta il compito almeno di disvelare la verità.

Morassut: una famiglia proletaria annientata dai “rivoluzionari” proletari
Chi ha armato ragazzi tra 16 e 20 anni con P-38, mitragliette, bombe a mano, cariche di tritolo? Non potevano farlo da soli. Dobbiamo rispondere a questa domanda, è la nostra missione, potrebbe essere la nostra condanna”, ha concluso Rampalli. Solidarietà anche da sinistra. “La famiglia Mattei era una famiglia proletaria, annientata da un commando che professava la rivoluzione proletaria. Non c’è mai stata giustizia per tutto questo. Quegli anni furonola coda dell’odio e del totalitarismo dell’Ottocento, cascami di sinistra e di destra, dell’idea che eliminando l’avversario, associandolo al nemico, riducendolo al nulla si potessero affermare integralmente e meglio le proprie idee.
Presenti alla Camera i familiari delle vittime
Viviamo un momento difficile, la forma e il contenuto degli odi forse è cambiata, ma non è cancellata, si può ancora uccidere per odio razziale, religioso, per omofobia, per femminicidio, spesso ne sono autori minorenni. Perchè c’è sempre qualcuno che è diverso ed inferiore che può diventare l’imbuto degli odi”. Lo ha affermato il deputato del Pd Roberto Morassut, durante la commemorazione alla Camera dei fratelli Stefano e Virgilio Mattei, a 50 anni dalla morte, presenti in tribuna i familiari delle vittime.
Non gettare l’odio verso chi è diverso da noi
“L’antidoto da cui trarre la forza per una diversa visione della vita e della società – ha aggiunto l’esponente Dem – sta nella gigantesca lezione dei Vangeli e nella nostra Costituzione, che nasce da quella lotta di Liberazione di cui celebreremo tra qualche giorno il 78/anniversario, una Costituzione e una Liberazione che ha reso tutti liberi, anche coloro che hanno combattuto contro di essa, che deve rimanere la stella polare di tutti gli italiani, senza incubi di sostituzioni etniche”. “L’abbraccio che rivolgiamo oggi alla famiglia Mattei – ha concluso Morassut – è l’abbraccio a tutte le vittime della violenza politica e ideologica di quegli anni e anche l’impegno a non gettare mai più, anche solo con le parole il seme dell’odio contro chiunque sia diverso da noi”.