La città dalle mille discariche abusive: è la Roma della Raggi

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A Roma ci sono mille discariche abusive, tra piccole, medie e mega discariche. Lo denuncia Legambiente Lazio nel report “1000 discariche a Roma”, una mappa dei luoghi dei rifiuti abbandonati realizzato dai volontari che raccoglie 1.000 foto, scattate tutte nello scorso marzo e geolocalizzate con Google Maps. Oltre alle mega discariche come quelle in via di Malnome, via del Flauto, Metro Anagnina, via del Tecnopolo o lungo la Laurentina, ci sono luoghi di abbandono ovunque. E non c’è nessuna delle nuove 50 isole ecologiche per ingombranti, necessarie a Roma secondo gli studi dell’associazione. Anzi, si sta ripresentando il piano della precedente amministrazione commissariale che ne prevedeva 32, tagliato di netto per arrivare a 17 e con l’assoluta certezza che prima della fine della consiliatura non ne sarà aperta neanche una.

Ecco la tipologia delle discariche

La tipologia di rifiuto abbandonato più riscontrata, gli scarti da lavori edili (calcinacci e sanitari), che rappresentano il 22% del totale. Seguono divani e materassi (20,4%), poi rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, i cosiddetti Raee (18%). I mobili (14,8%), gli pneumatici (6%). Altissima la concentrazione nelle periferie, su piccole o grandi traverse delle consolari, a ridosso del Gra o su parcheggi più o meno nascosti. “Questa è la mappa romana di un vergognoso smaltimento illecito, degli ecoreati, dell’abbandono stradale e delle conseguenze chiare del fallimento totale in Campidoglio nelle politiche sulla gestione dei rifiuti – dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio.

Un certosino lavoro di Legambiente

Di fronte al nuovo rischio rifiuti in strada causato dalla totale assenza di impianti, a partire da quelli per l’economia circolare. E mentre ricomincia il valzer di soluzioni ponte per il conferimento altrove, con un porta a porta che si contrae invece di aumentare e la differenziata ben al di sotto della media regionale, queste mille foto dimostrano che dalla crisi non ne siamo mai usciti”. “Abbiamo raggiunto questi luoghi uno dopo l’altro, fotografando e georeferenziando. Pubblichiamo ora il lavoro – continua Scacchi – chiedendo di segnalarne altri. E manderemo la mappa anche alla Procura della Repubblica, come denuncia per abbandono di rifiuti a Roma. Affinché si possano valutare eventuali responsabilità sull’inefficacia delle politiche. E anche perché, in molti di questi luoghi, è lampante uno smaltimento illecito sistematico.

Le discariche legate all’ecomafia e all’illegalità

Legato chiaramente ai circuiti delle illegalità e delle ecomafie. Pubblichiamo la mappa perché si integri al meglio e perché sarà necessaria la bonifica di questi mille luoghi. Per porre l’ambiente al centro delle scelte nella capitale, come abbiamo indicato nel nostro Manifesto per costruire un’idea di futuro della città”. La tempistica della mappatura è stata scelta individuando nell’anno un periodo a bassa produzione e senza sistematiche criticità nella raccolta, per capire quant’è forte l’impatto delle discariche abusive. Non sono state infatti inserite nella mappa discariche conseguenza di cassonetti non svuotati ma neanche quelle relative alle drammatiche condizioni di vita in cui sono costretti i nomadi.