La fumettista tunisina associa il razzismo ai poliziotti italiani: le sue strisce pagate coi soldi nostri

fumettista tunisina

Si chiama Takoua Ben Mohamed. È una fumettista tunisina, residente da tempo in Italia. Takoua ha deciso di spiegare il razzismo in una serie di vignette, finanziate coi soldi pubblici (quelli della Provincia autonoma di Bolzano). E che cosa ha raffigurato? Ha messo tra i soggetti razzisti degli uomini in divisa. Un messaggio fuorviante, che pone tutti i lettori con un pregiudizio negativo nei confronti dei poliziotti italiani.

Tra i primi ad accorgersi dell'”impresa” della fumettista tunisina, ormai italiana d’adozione, sono stati i rappresentanti del Mosap, il sindacato di Polizia.   «Non è ammissibile sensibilizzare verso un tema come il razzismo, cercando negli uomini in divisa il capro espiatorio. I manifesti della campagna di stop racism apparsi a Bressanone con lo sponsor della provincia autonoma di Bolzano, sono un vero e proprio atto diffamatorio nei confronti di chi veste l’uniforme». Con queste parole Fabio Conestà, segretario generale del movimento sindacale autonomo di Polizia, ha denunciato i fumetti offensivi.

La fumettista tunisina che odia gli uomini in divisa scrive su Repubblica

«Le forze dell’ordine non chiedono i documenti solo a persone straniere o di colore – ha aggiunto Conestà – i documenti vengono richiesti a chiunque perché rientra nei compiti cui gli operatori sono chiamati per la tutela della pubblica sicurezza. In un periodo delicato come questo, non si possono tollerare strumentalizzazioni nei confronti delle istituzioni e della Polizia di Stato con inequivocabili riferimenti discriminatori realizzati in stile manga dalla fumettista islamica Takoua Ben Mohamed. Fare passare il messaggio che chiedere i documenti a uno straniero sia razzismo, è pericoloso oltre che in malafede. Valuteremo con il nostro ufficio legale il da farsi verso una campagna di disinformazione e denigratoria come quella posta in essere da questa associazione».

Nei giorni scorsi la fumettista tunisina ha inaugurato anche una rubrica per il settimanale D – la Repubblica. Una storia di lotte quotidiane di una donna, nera, musulmana che porta il velo, incinta e futura mamma single. E che associa il razzismo agli uomini in divisa.