La guerra dei pesci e dei cinghiali copre di ridicolo piddini e grillini

morìa di pesci (2)

Si inasprisce la guerra che dura da cinque anni tra Regione Lazio e Campidoglio, tra Pd e grillini. Ora la causa del contendere sono la morìa dei pesci nel Tevere e l’invasione dei cinghiali nelle città, a cominciare da Roma. “La Regione Lazio ha inviato una nota all’amministrazione capitolina con cui viene richiesto un intervento urgente per la rimozione e lo smaltimento delle carcasse dei pesci presenti lungo le sponde del fiume nel tratto urbano del Tevere. La normativa vigente, infatti , stabilisce che “i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade e aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d’acqua”. Lo dichiarano gli assessori regionali Mauro Alessandri e Massimiliano Valeriani.

Bordate senza tregua tra Pisana e Campidoglio

Quindi proseguono nell’offensiva contro il comune di Roma. ”Quindi è evidente che questo materiale inorganico rientra nella categoria dei rifiuti e la competenza del recupero e dello smaltimento spetta al Comune in cui è stata rinvenuta la moria dei pesci. Attraverso l’azienda di gestione dei rifiuti urbani che deve garantire la pulizia e il decoro della città”. “Per quanto riguarda invece le competenze della Regione, ha la responsabilità per la gestione di aree fluviali e di pertinenze appartenenti al demanio idrico, di polizia idraulica e controllo territoriale. Pertanto – concludono Alessandri e Valeriani – il Comune di Roma dovrà intervenire tempestivamente con la rimozione, il trasporto e lo smaltimento delle carcasse dei pesci rinvenute sulle sponde del Tevere”.

Pesci morti e cinghiali, tutta colpa della Raggi

Ma l’offensiva della Pisana non si ferma qui. “In attesa di ricevere il contenuto dell’esposto presentato dal sindaco di Roma Virginia Raggi sulla emergenza dei cinghiali nella Capitale si ricorda ancora una volta che la responsabilità degli animali che si trovano fuori dai parchi è in capo ai comuni. Spetta dunque agli amministratori locali intervenire per contenere la presenza degli animali sulle strade e sul territorio cittadino. Al fine di salvaguardare la sicurezza della comunità”. “Si chiarisce inoltre che come stabilito nel collegato approvato dal consiglio regionale in agosto i piani di abbattimento sono attuati dalle guardie dipendenti delle province e della città metropolitana di Roma Capitale. E che gli animali catturati e/o abbattuti nel corso delle operazioni di controllo restano a disposizione e a carico di chi ha effettuato l’intervento”.

Ma i grillini replicano: è la Regione a dover pensare ai cinghiali

E al termine la mazzata finale della Regione contro il Campidoglio. “Infine, negli ultimi anni la continua presenza di rifiuti nell’area urbana di Roma è certamente un fattore che ha favorito la presenza della specie. Offrendo agli individui le risorse trofiche necessarie per riprodursi con maggiore efficacia”. Ma il Campidoglio rivolta le responsabilità su Zingaretti, in una guerra sanguinosa che non vede ancora la fine. “La Regione Lazio risulta inadempiente nella predisposizione di piani di gestione relativamente alla fauna selvatica. Secondo l’Articolo 19 della legge nazionale 157/92, infatti, sono le Regioni a dover provvedere al controllo delle specie di fauna selvatica anche nelle zone vietate alla caccia”. Lo scrive in una nota il Campidoglio.

Se i cinghiali scorazzano per Roma , la colpa è di Zingaretti

“La presenza massiccia e incontrollata dei cinghiali a Roma è quindi diretta conseguenza della mancata previsione e attuazione, da parte della Regione Lazio, di efficaci piani di gestione. Inoltre, la Regione Lazio risulta inadempiente al Protocollo d’Intesa sottoscritto con la Città Metropolitana di Roma e con Roma Capitale. Che prevede che sia appunto la stessa Regione a dover predisporre piani di gestione nelle aree ricadenti nel territorio di Roma Capitale. E a dover individuare strutture regionali in grado di ricevere gli animali vivi, catturati nell’ambito delle attività di controllo numerico”, conclude il Campidoglio.