La guerra fa paura. E a Roma in centinaia si informano su come farsi un bunker

L’escalation militare nel conflitto tra Russia e Ucraina fa paura. E anche se ovviamente l’Italia non è in guerra, l’opinione pubblica è scossa. Soprattutto per il timore di un possibile conflitto nucleare, che risveglia un antico terrore che speravamo definitivamente superato con la fine del secolo scorso. Così la gente si informa su tutto, anche su come realizzarsi un bunker che possa resistere, in caso di necessità, a bombardamenti e radiazioni. Solo a pensarci fa venire i brividi, ma non è una fake news. Parola di una azienda italiana, con sede a Mantova. Che i bunker li costruisce da tempo, e che ora si trova subissata dalle telefonate. Un super lavoro improvviso e inaspettato, visto che la società conta solo tre dipendenti, ed è a conduzione familiare. Ma da dove arrivano le principali richieste? È lo stesso titolare a rispondere. Innanzi tutto da Roma, con centinaia di chiamate. All’inizio soprattutto di gente benestante, professionisti, imprenditori e avvocati. Ma poi anche da parte di altre fasce sociali. E da qualche giorno, il centralino segnala chiamate anche dal Nord Italia. Insomma, il rischio psicosi c’è e come.  Ma come avvisano direttamente dalla fabbrica, farsi un bunker non è così facile. Tra autorizzazioni e tempi per l’invio del materiale. Mentre i costi sono accessibili, per quattro persone infatti si spende poco più che per un box auto. Sperando che questa follia rimanga solo sulla carta.

Parla il titolare della ditta che produce i bunker, il lavoro è diventato enorme

“Solo questa mattina trenta telefonate e venti mail – racconta Giulio Cavicchioli, il titolare – e il trend non accenna a rallentare. Siamo in tre in azienda, il lavoro è diventato enorme da smaltire”.

A quanto racconta l’esperto di bunker, inizialmente erano soprattutto i romani a chiedere lumi. “Molte richieste, sicuramente – conferma – ma poi piano piano ci si è spostati sempre più verso il nord. Purtroppo la gente ha iniziato ad agitarsi giorno dopo giorno”. Ma cos’è che chiedono? “Come fare a costruire un rifugio antiatomico – prosegue Cavicchioli – se serve un progetto, se i costi sono sostenibili. A chiamare da Roma erano soprattutto liberi professionisti, per esempio avvocati. Ma col tempo la platea si è differenziata molto”. Addirittura, dalla Sardegna, ha chiesto informazioni anche un pastore.

I romani, però, non sanno che un bunker non è semplicemente scavare un buco sotto terra: “Ci vogliono settimane – sottolinea Cavicchioli – solo per le autorizzazioni comunali 60 giorni, per ricevere il materiale altri 60. I costi per una famiglia di quattro persone vanno dai 35.000 agli 80.000 euro”. Più o meno come un box auto a Monteverde, ma molto più sicuro.