La Lazio stende il Lecce 2 a 0 all’Olimpico: doppio palo, Var, nuova aquila Flaminia e protesta sugli spalti
Roma, all’Olimpico la serata della Lazio è iniziata con un colpo d’occhio che non è stato quello delle grandi occasioni: Curva Nord ridotta e clima particolare per le tensioni dell’ultimo periodo tra tifosi e società. Eppure in campo la Lazio ha ritrovato concretezza. Contro il Lecce è arrivata la terza vittoria consecutiva senza subire gol. Una gara dominata dai biancocelesti più di quanto dica il risultato, tra occasioni sprecate, legni colpiti e un VAR protagonista. Alla fine però contano i tre punti, che rimettono i biancocelesti in scia alla zona Europa.
Basic e Guendouzi, l’asse che spacca il Lecce
Il match si accende subito: gol annullato a Sottil per fallo su Isaksen, brivido iniziale che sveglia la Lazio. Dia e Guendouzi cominciano a dialogare, Falcone deve già sporcarsi i guantoni. Al 29’ la svolta: Basic sfonda sulla sinistra, tiene in campo un pallone quasi impossibile e lo mette forte e teso in mezzo. Guendouzi legge l’azione in anticipo, si inserisce con i tempi del centravanti e in spaccata fulmina Falcone. È l’1-0 che indirizza la serata e certifica la crescita del francese.
Falcone eroe e doppio palo: raddoppio maledetto
Nella ripresa la Lazio prova a chiuderla. Al 56’ Falcone diventa il migliore in campo del Lecce: prima respinge un colpo di testa ravvicinato di Marusic, poi dice di no a Isaksen da distanza pericolosa. I biancocelesti continuano a spingere, Basic sfiora il raddoppio da fuori, ma il destino si diverte al 72’. In pochi secondi Guendouzi e Zaccagni stampano due conclusioni sullo stesso palo, facendo esplodere un misto di incredulità e frustrazione. È la fotografia perfetta di una partita dominata e mai chiusa.
Il VAR cancella Dia: gioia strozzata in gola
L’episodio più discusso arriva a inizio secondo tempo. Dia combina nello stretto con Zaccagni, approfitta di un rimpallo favorevole in area e batte Falcone per il presunto 2-0. L’Olimpico esulta, ma la festa dura poco: il VAR richiama l’arbitro Arena, che rivede l’azione al monitor. Nelle immagini si nota una spinta dell’attaccante su Tiago Gabriel all’origine del pallone recuperato. Gol annullato, si resta sull’1-0. Una decisione che fa borbottare il pubblico e tiene in vita un Lecce fino a quel momento quasi innocuo.
Lecce generoso, ma Provedel trema poco
Di Francesco prova a cambiare il copione dalla panchina: dentro Banda, Stulic, Pierotti, poi N’Dri e Kaba per aumentare il peso offensivo. Qualche cross di Sottil crea apprensione, una punizione di Banda si infrange sulla barriera e un tiro di Tiago Gabriel non trova la porta. La Lazio, pur abbassandosi troppo negli ultimi minuti, concede solo fiammate sporadiche. Provedel è attento sulle palle alte, la difesa tiene botta nonostante il problema muscolare che costringe Gila a lasciare il campo per Patric nel finale.
Classifica: Lazio di nuovo in corsa per l’Europa
Con questo successo la Lazio risale posizioni e si riaffaccia con decisione nella lotta per l’Europa. I punti in classifica restano meno di quelli accumulati alla stessa giornata della scorsa stagione, ma la striscia di risultati utili consecutivi inizia a pesare. Il treno che porta a Europa League e Conference non è lontano e, soprattutto, la squadra sembra aver ritrovato solidità difensiva. Il Lecce invece resta invischiato nelle zone basse, con una classifica che comincia a farsi preoccupante e margini d’errore ridotti.
Flaminia torna a volare: il simbolo che mancava
Prima del calcio d’inizio, tutti con il naso all’insù: dopo il lungo stop, torna a volare l’aquila della Lazio, ora Flaminia. Il rapace, scelto dai tifosi e nuovo simbolo vivente del club, compie il suo giro sopra lo stadio, strappando applausi e smartphone alzati. È un momento che va oltre il folklore: per molti laziali è il segnale di una rinascita, un filo nuovamente teso tra tribuna e campo. In una serata così sofferta, il volo di Flaminia sembra benedire il ritorno a un certo spirito.
Stato di salute biancoceleste: solidità sì, cinismo no
La fotografia della Lazio di oggi è chiara e a fuoco: squadra più solida che spettacolare. Tre vittorie di fila senza subire reti raccontano di un blocco difensivo finalmente affidabile, di un centrocampo che filtra meglio e di un Guendouzi sempre più leader. Restano però i difetti: troppi gol sbagliati, poca cattiveria nel chiudere le gare, qualche blackout mentale nel finale. Gli infortuni di Cataldi e Gila sono campanelli d’allarme. Ma se la Lazio riuscirà a trasformare queste vittorie di misura in continuità, la classifica può davvero cambiare volto.